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Lombardia, altra stretta dalla Regione: mascherine obbligatorie

Il governatore Fontana dispone un'ulteriore ordinanza, ma la misura non convince. Sala: "Un po' disorientante ma rispettiamo le disposizioni"

“Non abbiamo ancora raggiunto nessun obiettivo, non abbiamo concluso nessuna opera”. Lo ha detto chiaramente il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, che annuncia in diretta l’ulteriore stretta per la sua regione, ancora vessata dall’emergenza coronavirus. Per i cittadini lombardi arriva dunque l’obbligo di “proteggere se stessi e gli altri” attraverso l’utilizzo della mascherina, da indossare in qualunque occasione in maniera obbligatoria. Un’ordinanza che, a ogni modo, prevede anche la possibilità di impiegare anche “qualunque altro indumento a copertura di naso e bocca”. Sciarpe e foulard quindi, da utilizzare qualora non si riuscisse a reperire il principale strumento di protezione basilare. Pena, multe da 400 euro in su.

La replica

Una nuova restrizione quindi, che richiede un’ulteriore attenzione a tutti i cittadini lombardi che, per necessità, continuano a uscire di casa nonostante l’epidemia in corso. L’ordinanza piovuta dalla Regione, però, non ha convinto fino in fondo. Né il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli (“Io non la uso perché rispetto le distanze”), né le città, Milano in primis, tanto che il sindaco Giuseppe Sala non ha tardato a commentare, dicendosi perplesso, l’iniziativa del governatore Fontana: “Da oggi per uscire in strada dobbiamo indossare una mascherina o, al limite, un foulard o una sciarpa. Lasciatemi dire che è un po’ disorientante ricevere questa disposizione dalla Regione Lombardia e sentire Borrelli, il capo della Protezione Civile persona che stimo, dire ‘io non la metterò e terrò le distanze'”.

Pasqua in sicurezza

Il primo cittadino milanese, a ogni modo, nonostante i dubbi sull’ordinanza invita ad attenersi alle disposizioni: “Io voglio rimanere fedele a ciò che ho detto dall’inizio e cioè le ordinanze, le direttive vanno applicate e non discusse perciò non posso che dirvi applichiamo questa ordinanza della Regione Lombardia”. Parole che dipingono l’immagine di una Lombardia in difficoltà, che celebra la Domenica delle palme nell’ora più buia, rispettando ogni disposizione di sicurezza. Monsignor Mario Delpini, l’arcivescovo di Milano, l’ha celebrata in un Duomo deserto, facendo risuonare la propria voce fra i banchi vuoti ma rivolgendosi al cuore di tutti i cittadini di Milano, affidando al Signore le sorti degli uomini: “La Pasqua ci regali una vita nuova”.

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