Conte in Senato: “L’Europa deve fare tutto il necessario. Questa è una battaglia che si vince tutti insieme”

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“Una crisi senza precedenti”. Così ha esordito il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il suo intervento in Senato, che si è rivolto con un pensiero alle vittime della pandemia di Covid-19, seguito da un lungo applauso in memoria delle vittime. Poi il pensiero è andato ai soccorritori, gli operatori sanitari e quelli di call center: “Non vi dimenticheremo” ha detto il premier. Le sue parole fanno eco all’informativa al Parlamento di ieri: “È un’emergenza che coinvolge tutti, nessuno escluso” ha ribadito.

Il tempo dell’azione

Le conseguenze dell’epidemia sono di “immane portata” ha ribadito il premier. “Siamo all’altezza del compito?” Ancora una volta Conte ha risposto: “Ci giudicherà la storia” in futuro, e ha ri-menzionato Manzoni: “Ci sarà un tempo per tutto, ma oggi è il tempo dell’azione“. Nel corso del suo intervento, il premier ha ripercorso tutte le tappe del Governo, che ha “risposto prontamente” all’emergenza sanitaria. Conte ha ricordato, fra i punti, il blocco dei voli da e per la Cina il 17 gennaio scorso: “Il Governo, dunque, ha anticipato la reazione” ha detto Conte. Il Governo – ammette Conte – non ha negato, ma “ha ammesso il sovraccarico delle terapie intensive”.

Gli interventi sanitari

In una prima fase, il premier Conte ha ripercorso le misure di contenimento del coronavirus sin dai tempi in cui fu registrato il primo caso a Codogno e Vo’Euganeo. Il presidente del Consiglio ha, quindi, ricordato le tappe normative scandite dai vari decreti, a partire dal dpcm del 23 febbraio scorso, “la prima volta in Italia che si disponeva di isolare intere città“. Per prevenire i contagi e fronteggiare l’ipotesi di una crisi sanitaria, Conte ha ribadito il principio di equilibrio tra benefici e sacrifici.

Un metodo di azione

Il premier ha ricordato l’importanza del decreto come strumento “più idoneo a garantire l’applicazione delle misure in modo più uniforme e necessario”, assicurando il coinvolgimento delle Regioni. “Pensiamo a Regioni del Centro come le Marche. Abbiamo sperimentato – primi in Europa – un percorso normativo volto a contemperare, da una parte, l’esigenza di tutelare al massimo grado il bene primario della salute dei cittadini e, dall’altra, la necessità di assicurare adeguati presidi democratici”, ha affermato il premier. In seguito Conte, in merito alle norme sulle restrizioni della produzione industriale, ha ricordato il coinvolgimento delle sigle sindacali e dei rappresentati del comparto. Conte ribadisce, inoltre, che, con i successivi dpcm, “abbiamo reso proporzionate e adeguate le misure rispetto all’obiettivo del “contenimento del contagio”. Poi la firma il 14 marzo di un protocollo di regolamentazione del contagio del virus nei luoghi di lavoro. Infine, l’ulteriore tappa di contenimento con la sospensione di gran parte delle attività produttive, ma ammette: “Si è rivelata di complessa elaborazione”: “Vi sfido a poter dire se mai è stato adottato un provvedimento del genere” ha detto Conte.

Un’agente della polizia con la mascherina a Napoli

Il dialogo con l’opposizione

Il premier ha detto all’opposizione: “C’è piena apertura del Governo al dialogo” ha esordito il premier e ha invitato il Ministro D’Incà ad attuare un processo di costante confronto. Le ultima misure importante: assunzione del personale sanitario a tempo determinato, assunzione degli specializzandi in Medicina, acquisto di ulteriori macchinari e dispositivi medicali di supporto “per gestire i casi in maniera efficace” e alleggerire le terapie intensive.

Il decreto Cura Italia

Il presidente del Consiglio ha ammesso la difficoltà di reperimento di dispositivi medicali, mancando una produzione interna, ma poi traccia il cammino fatto dal Paese, con il riconvertimento delle filiere interne, ma ha voluto spegnere le polemiche: “È impensabile che la nostra condizione geopolitica possa essere condizionata dalle forniture”. Il decreto legge Cura Italia, individuando gli ambiti per potenziare le risorse del sistema sanitario, con lo stanziamento di nuove risorse di tre miliardi, consentendo l’assunzione di personale socio-sanitario. Il premier ha ricordato l’attenzione a tutte le categorie dei lavoratori, “compresi quelli autonomi” che potranno accedere al Fondo Gasparrini. Sono previste riforme alla cessione dei crediti e sospensione dei decreti fiscali e contributivi. Per supportare il lavoro nell’emergenza, il decreto ha previsto potenziamento del settore delle Forze dell’Ordine. Il premier ha detto: “Il decreto Cura Italia è il primo passo per gestire l’emergenza”, promettendo un prossimo documento per sostenere il Paese.

Contro le rigidità

Per farlo, Conte ha ribadito “necessario” superare le rigidità strutturali, come per esempio nel campo edilizio. Il premier ha riconosciuto che vanno rafforzati il comparto sanitario della ricerca. “Il Governo è favorevole a un confronto” per rilanciare l’economia – ha detto Conte. “La ricostruzione deve coinvolgere sempre più associazioni di categoria” come i sindacati e le categorie dei lavoratori. “Queste settimane di lotta contro il coronavirus ci hanno mostrato l’importanza di preservare le filiere nazionali del comparto sanitario” ha sottolineato Conte, come la produzione di ventilatori e dispositivi medicali.”I più preziosi asset del Paese vanno protetti con ogni mezzo” ha detto Conte. Pertanto, occorre semplificare alcune procedure.

Un “salto di qualità”

“La recessione dura, severa, assume i caratteri di uno shock simmetrico […]. È di assoluta importanza l’adozione della clausola di salvaguardia – ha ribadito il premier -. La governance dell’Eurozona deve fare un salto di qualità. “Dobbiamo agire con misure coordinate, straordinarie. Dobbiamo lanciare un messaggio chiaro: l’Europa è unita e deve fare tutto il necessario per preservare economie e il tessuto sociale. Le risposte tardive saranno tutte inutili”. Sui coronabond, Conte ribadisce di aver portato avanti un’iniziativa insieme ad altri otto Paesi europei che richiedono misure eccezionali che rafforzino i sistemi sanitari dei singoli Paesi. “Questa è una battaglia che si vince tutti insieme, altrimenti a perdere saremo tutti” ha detto Conte, ricordando che ribadirà la posizione al vertice del Consiglio Europeo previsto oggi.

Renzi: “Serve un unico decreto”

Nel suo intervento, il senatore Matteo Renzi (Italia Viva), ha proposto la commissione parlamentare d’inchiesta in merito ad “eventuali errori” commessi dal Paese nella gestione dell’emergenza. “Quello che stiamo vivendo è un trailer del film dell’orrore” ha detto Renzi, elencando i limiti pre-emergenza, come il proliferare di teorie no-vax. Poi, menzionando l’azione condotta dal presidente Trump, ha plaudito la misura da due bilioni degli Usa. “Oggi Mario Draghi le indica la strada” Renzi si è rivolto a Conte, ammettendo il timore delle piccole e medie imprese che rischiano di fallire: “Il conto lo pagheranno i nostri figli” ha detto il senatore, che sostiene: “Non bastano 50 miliardi, serve un unico decreto” per rilanciare le imprese. “Il Covid è un’emergenza che durerà due anni” ha detto Renzi, chiedendo di “immaginare il futuro economico” senza ritardi

Il senatore Matteo Renzi (Italia Viva)

Salvini a Conte: “Vogliamo essere ascoltati”

“Guardiamo al futuro con proposte concrete per rispetto di chi è a casa“. “La gente vuole capire se la cassa integrazione arriverà questo mese, se l’affitto dovrà pagarlo questo mese”. È andato dritto ai nodi pratici il senatore Matteo Salvini (Lega Nord) che propone che il 70% degli stipendi dovrà essere esentasse nei prossimi anni. Poi, in merito all’emergenza, Salvini ha chiesto misure “quando l’emergenza si sposterà nelle case” e ha chiesto di provvedere la fornitura di bombole d’ossigeno e altri strumenti medicali utili in ambito domestico. Il senatore ha puntato il dito contro il governo cinese: “Se sapeva dell’epidemia e non ha detto nulla, il governo cinese ha commesso un crimine contro l’umanità“. Facendo eco a Renzi, Salvini ha chiesto di snellire i provvedimenti, “non tanti decreti”. “Noi stiamo portando proposte […] non un garbato ascolto […]. Vorrei che fossimo ascoltati”. Poi ha aggiunto: “Diamo certezze a questo Paese, non miracoli”. Il senatore propone di “dare i soldi ai sindaci“. Salvini rivolge un pensiero alla Chiesa di frontiera: “A loro penso debba andare l’applauso di quest’aula di Senato […] perché curano le anime”. Il senatore ringrazia il Mario Draghi per il suo intervento: “Ci serve anche il suo aiuto”.

Il senatore Matteo Salvini (Lega Nord)
Marco Grieco: