.Forse è la prima vera svolta dell’infinito dossier libico. Il presidente del Governo di Accordo nazionale della Libia, Fayez al-Sarraj, ha annunciato le sue dimissioni entro la fine del mese di ottobre. Il leader di Tripoli lo ha annunciato in un videomessaggio rivolto alla Nazione, spiegando che il suo gesto sarà volto “a consentire alla commissione dialogo di poter lavorare”. Sarraj conferma quindi le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, in una fase in cui la diatriba sul futuro della Libia vedeva in campo attori esterni coinvolti quasi più delle forze autoctone. “Chiedo alla commissione di dialogo – ha detto Sarraj – di svolgere il proprio ruolo e di formare il potere esecutivo per garantire la transizione pacifica del potere”.
Libia, un quadro complicato
Come accaduto per altri leader di governo dimissionari, il presidente libico resterà in carica fino a quando non verrà designato un nuovo premier. Va da sé che l’annuncio di Sarraj vada a completare un quadro già estremamente mutato per il contesto libico. Le dimissioni del presidente di Tripoli fanno seguito di pochi giorni a quelle del governo della Libia orientale, sostenitore di Khalifa Haftar. Una decisione scaturita dalle manifestazioni di protesta andate in scena a Bengasi e in altre città del Paese, e che hanno accomunato per una volta sia Tripoli che Tobruk. Quest’ultima aveva ceduto per prima alle istanze di una cittadinanza sempre più in preda a condizioni di vita al limite del sostenibile.
La richiesta di Sarraj
Del resto, a fine agosto, era stato proprio Sarraj a inovcare un cessate il fuoco generale. Una richiesta ambiziosa, che puntava alla demilitarizzazione di Sirte (nucleo delle attuali tensioni), a nuove elezioni e al ritiro di forze stranieri dal Paese. Una richiesta che in Cirenaica avevano rispedito al mittente ma, infine, accolta dal presidente di Tobruk, Aguila Saleh. “L’obiettivo finale del cessate il fuoco – aveva spiegato Sarraj – è ripristinare la piena sovranità sul suolo libico. Ed espellere le forze straniere e i mercenari attualmente presenti”.