Un’ondata di proteste si alza nelle principali città della Libia, da est a ovest del Paese, generata dalla crisi economica e dallo stallo politico. A Tobruk, città portuale orientale, i manifestanti hanno assaltato la sede del Parlamento, oggi vuota per giorno festivo.
L’assalto al Parlamento
Diverse stazioni televisive hanno reso noto che decine di persone sono entrate nell’edificio che ospita la Camera dei rappresentanti vuota, per via del giorno festivo, compiendo saccheggi. Le immagini hanno mostrato spesse colonne di fumo nero che si alzavano dal perimetro dell’edificio dopo che alcuni giovani avevano bruciato pneumatici. Un bulldozer guidato da un manifestante si è schiantato su una parte del cancello del complesso, rendendo più facile l’irruzione all’interno. Secondo altri media, una parte del palazzo è stata bruciata, anche le auto della polizia sono state date alle fiamme. Altri manifestanti, alcuni dei quali sventolavano bandiere verdi dell’ex regime di Muammar Gheddafi, hanno bruciato documenti raccolti dagli uffici.
Le proteste
Cortei si sono svolti anche a Al Bayda, Misurata e Tripoli, davanti alla sede del governo di unità nazionale, ma senza incidenti. La protesta è arrivata mentre i libici fanno i conti da giorni con le continue interruzioni di corrente, aggravate dal blocco di diverse installazioni petrolifere, provocato tra le tensioni tra le fazioni rivali.
La crisi politica
La rabbia dei cittadini è rivolta contro la classe politica che non ha ancora convocato nuove elezioni, dopo l’annullamento di quelle previste lo scorso dicembre. La piazza ha chiesto un voto presidenziale e legislativo entro l’anno. Tuttavia, gli ultimi colloqui tra i presidenti delle due camere rivali – il leader del parlamento di Tobruk Aguila Saleh ed il presidente dell’Alto Consiglio di Stato con sede a Tripoli Khaled el-Meshri – non sono riusciti a risolvere le differenze chiave.
Settore energetico
Di questa paralisi ne sta facendo le spese anche il settore energetico. Ad aprile è iniziato un blocco di due importanti terminal di esportazione petrolifera e di diversi giacimenti. Per l’ente nazionale, la National Oil Corporation libica, tale blocco finora ha comportato perdite per 3,5 miliardi di dollari. Mentre il calo della produzione del gas contribuisce ai cronici blackout, che durano una dozzina di ore al giorno.