Dopo 11 ore di negoziati tra i ministri dell’Eurogruppo, riuniti a Bruxelles, è arrivata la fumata bianca. La Grecia non solo è riuscita ad ottenere l’alleggerimento del debito, ma sono stati sbloccati anche 10,3 miliardi di euro di prestito ad Atene. Insomma, sono state soddisfatte tutte le richieste che Alexis ha sempre fatto. Ma più che la spinta del premier ellenico, a sbloccare la situazione è stato l’intervento del Fondo Monetario Internazionale (Fmi).
L’istituzione di Washington nelle ultime settimane aveva fatto pressione sui 28 ministri, spiegando che non avrebbe sottoscritto il nuovo piano di aiuti se non ci fosse stato un impegno serio e concreto sull’alleggerimento del debito. Il responsabile della delegazione dell’Fmi in Grecia, Poul Thomsen, ha confermato stamattina la partecipazione del Fondo monetario internazionale al terzo piano di aiuti ad Atene: “L’Fmi parteciperà a questo programma a condizione che le misure destinate all’alleggerimento del debito lo rendano sostenibile”, ha spiegato Thomsen al termine della maratona dei ministri delle Finanze dell’EUrozona.
“Siamo arrivati a un accordo”, ha annunciato con soddisfazione Jeroen Dijsselbloem, presidente dell’Eurogruppo, al termine di una riunione che si è protratta ad oltranza nella notte a Bruxelles. Il presidente ha annunciato prima di tutto il via libera alla seconda tranche di aiuti, 10,3 miliardi che saranno sborsati in diverse sub-tranche. La prima, da 7,5 miliardi, dovrebbe arrivare a metà giugno per coprire le scadenze con la Bce di luglio e parte degli arretrati che il Governo ha accumulato da ottobre. Dijsselbloem si è poi dilungato sull’accordo più importante e meno scontato, cioè quello con cui si aiuterà la Grecia a ridurre il peso del debito, salito anche a causa dei prestiti.