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L’ECLISSI DI UN SOLE CHE STA MORENDO

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Nell’antichità l’eclissi di sole era vissuta come presagio di sventura. L’improvvisa oscurità, il freddo che ne scaturiva, il dubbio sul ritorno della luce erano motivo di ansia ancestrale. Oggi – a torto – vediamo l’eclissi solo dal punto di vista astronomico, derubricando il fenomeno naturale ad uno spettacolo bello da vedere ma di nessun pathos particolare. Sbagliavano i nostri avi ad avere terrore, sbagliamo ancor più noi a non averne. Il sole infatti per circa due ore diventerà nero, ma ad oscurarlo non è solo la luna: non visibili ad occhio umano, sulla sua superficie stanno comparendo con sempre maggiore frequenza grandi macchie scure.

Secondo le osservazioni della Nasa, sulla nostra stella sono stati rivelati due pericolosi “buchi”:quello più grande, vicino al polo sud, copre circa il 6-8% della superficie totale, mentre il più piccolo – situato sul lato opposto – ha una forma lunga e stretta e ricopre circa lo 0,16% della stella madre del nostro sistema. Gli scienziati li hanno definiti “buchi coronali”: sostanzialmente sono le zone dove la corona dell’astro celeste è più scura e più fredda delle aree circostanti. Il fenomeno è dovuto a regioni in cui il campo magnetico permette alle particelle di fuggire a velocità molto superiori alla norma, creando così venti molto potenti che possono avere effetti anche sulla terra. Attenzione: evadere dalla morsa centripeta del sole vuol dire in qualche modo impoverirne l’energia. Un processo lento, ma inesorabile; e tanto più queste macchie nere diventano protagoniste, tanto più la velocità di implosione accelera.

Eventi lontani milioni di chilometri da noi eppure così influenti sul nostro vivere quotidiano: una forte tempesta solare ha infatti colpito la Terra nella giornata di martedì, a seguito di due grosse eruzioni avvenute la scorsa domenica nello spazio profondo. In qualche parte del globo il fenomeno si evidenzia con la cosiddetta aurora boreale, in altre i congegni elettronici cominciano improvvisamente a impazzire. Spie di qualcosa “più grande di noi”.

L’eclissi solare parziale, che raggiungerà il picco massimo di visibilità alle 10.31 a Roma, è in sé piuttosto rara; basti pensare che l’ultima nel nostro continente è accaduta nel 1999. A renderla ancora più spettacolare sarà la coincidenza con la terza super -luna del 2015, fenomeno che si verifica quando il nostro satellite si trova nel suo punto più vicino alla Terra (perigeo lunare). Quella di oggi sarà totale per quei fortunati che potranno ammirarla dall’Atlantico settentrionale, dalle isole Faeroer e dalla isole Svalbard, mentre nel resto dell’Europa e in Italia sarà parziale, ma superiore comunque al 50%. La prossima eclissi con valori così elevati la potremo seguire soltanto nel 2026 e il cielo sarà totalmente oscurato in Islanda; per una “totale”, visibile in Italia, bisognerà aspettare il 2081.

Ma non c’è solo astronomia dietro questo appuntamento. Il 20 marzo, oltre che corrispondere al primo giorno del calendario ebraico, è il giorno dell’equinozio di primavera ed è la prima volta in 200 anni che i due fenomeni coincidono. Questa straordinaria concomitanza di fattori, a partire dall’allineamento degli astri e la distanza delle orbite, produrrà un altro fenomeno che è già stato battezzato “marea del secolo”, che avviene con un ciclo a cadenza di 18 anni. Già da un mese il livello del mare è significativamente aumentato, ma il picco massimo sarà proprio sabato 21 marzo. In sostanza, l’evento astronomico provocherà per forza gravitazionale un innalzamento record del mare, soprattutto in qualche località europea in Atlantico.

Le coincidenze “celesti” non finiscono qui. Tra pochi giorni avrà luogo la terza delle quattro eclissi lunari della cosiddetta “tetrade delle Lune di sangue”. Oltre al caratteristico colore rosso che avvolgerà la Luna, causato dalla rifrazione della luce, ad avallare la tesi di chi pensa già al “giorno del giudizio” è una profezia scritta nel Libro di Gioele nella Bibbia ebraica – Tanakh – e nell’Antico Testamento della Bibbia cristiana: “Il Sole sarà mutato in tenebre e la luna in sangue, prima che venga il grande e terribile giorno del Signore”. A compendio di questa catastrofica tesi si ricorda che il 20 marzo sarebbe lo stesso giorno in cui si è svolta la cerimonia del tabernacolo di Mosè, con il fuoco dal cielo che illuminava l’altare.

In realtà nel corso degli anni sono molte le tetradi delle lune di sangue che si sono susseguite, e fortunatamente – anche contro i presagi dei più cupi – non sono state legate a nessun evento apocalittico. Quello che in realtà dovrebbe preoccupare di più è la “salute” del nostro sole che sta effettivamente diventando nero… E non per colpa della luna.

Manuela Petrini: