Non scende la temperatura sul fronte nord di Israele, quello che guarda al Libano. In un lancio di razzi è morto un uomo di 30 anni, a causa delle ferite. Molti sono stati intercettati dal sistema di difesa Iron Dome, fa sapere l’esercito israeliano, e le forze dell’Idf stanno rispondendo all’attacco rivendicato da Hezbollah. I miliziani del Partito di Dio libanese affermano che reagirebbero a qualsiasi azione di Israele, anche un suo ingresso nel Paese dei cedri. La guerra sarebbe inevitabile, secondo il Segretario della Difesa Usa Lloyd Austin, che pure auspica una soluzione diplomatica, riporta l’agenzia di stampa Reuters sul suo sito. Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani dichiara di aver parlato con i suoi omologhi, israeliano e libanese, affermando di lavorare per evitare l’allargamento del conflitto e raggiungere la pace.
Razzi su kibbutz
Un uomo di 30 anni è morto in seguito alle ferite riportate nel lancio di razzi dal Libano sul kibbutz Ha Goshrim, nel nord di Israele. Secondo l’esercito, nell’attacco sono stati lanciati 10 razzi dal Libano, la maggior parte dei quali è stata intercettata dall’Iron Dome. L’Idf ha fatto sapere che sta bombardando il sito di lancio con l’artiglieria.
La rivendicazione
Hezbollah ha rivendicato la responsabilità dell’attacco che oggi pomeriggio ha ucciso un civile israeliano nel kibbutz Ha Goshrim, affermando di aver lanciato decine di razzi contro una vicina base militare. Dall’8 ottobre, gli attacchi guidati da Hezbollah hanno provocato 25 morti tra i civili israeliani e 18 tra soldati e riservisti dell’IDF.
Austin
Una guerra tra Israele ed Hezbollah non è inevitabile: lo ha detto il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, sottolineando che Washington vorrebbe che la situazione si risolvesse in modo diplomatico. Austin, riporta l’agenzia di stampa Reuters sul suo sito, è intervenuto oggi su questo tema durante una conferenza stampa congiunta a Manila, a seguito dei colloqui nel settore della sicurezza tenuti insieme al Segretario di Stato Antony Blinken con le rispettive controparti filippine, Gilberto Teodoro ed Enrique Manalo.
La dichiarazione
“Non ci aspettiamo un’invasione di terra israeliana, ma se dovesse succedere, siamo pronti. Se decidessero di entrare in Libano, metteremmo piede in Galilea“: così alcuni membri di spicco Hezbollah hanno detto a Al Jazeera che la milizia libanese risponderà a qualsiasi “aggressione” israeliana, anche se di natura e dimensioni limitate. “La leadership della resistenza deciderà la forma e la portata della risposta a qualsiasi potenziale aggressione”, hanno affermato esponenti di Hezbollah.
De-escalation
“Ho parlato ieri con il ministro degli Esteri del Libano e con il ministro degli Esteri di Israele. Siamo a favore di una de-escalation“: lo ha affermato il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine dell’assemblea annuale dei delegati 2024 di Fondazione Enasarco. A proposito dell’ultimo attacco sulle alture del Golan in cui sono stati uccisi 12 bambini, “ci sono delle vittime colpite da un missile di fabbricazione iraniana. Credo che Hezbollah debba rispettare la risoluzione 1701 delle Nazioni Unite“, ha proseguito. “Noi continuiamo a lavorare per la popolazione palestinese attraverso il progetto ‘Food for Gaza’ e ci auguriamo che nessuno voglia lavorare per un’escalation, un messaggio che ho dato sia al ministro degli Esteri libanese, sia al ministro degli Esteri israeliano. Stiamo lavorando per la pace e perché il conflitto non diventi sempre più largo“, ha aggiunto.
Fonte Ansa