Salgono a quattro naufragi, il primo in zona Sar italiana e i due successivi nelle acque antistanti Lampedusa, da questa notte, e a sette le bare al cimitero di Cala Pisana della più grande delle isole Pelagie. In riferimento al primo dei tre, la Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato.
Il terzo naufragio
Un altro barchino, ed è il quarto della giornata, è affondato nelle acque antistanti a Lampedusa. I 47 migranti, fra cui sei donne e un minore, alla vista della nave della Ong Open Arms hanno iniziato a sbracciarsi e ad agitarsi, facendo capovolgere il natante e finendo in acqua. Tutti sono stati soccorsi dai volontari della Open Arms che li hanno poi sbarcati al molo commerciale. Una donna incinta di 6 mesi, un 27enne con una frattura al piede e un neonato di 8 mesi, accompagnato dalla madre, sono stati trasportati al Poliambulatorio.
Il secondo
Un secondo barchino è affondato al largo di Lampedusa. Quarantadue persone sono state soccorse dalla Guardia costiera, fra cui 5 donne e 3 minori, ma stando alle dichiarazioni dei naufraghi ci sarebbero tre dispersi, tutti uomini. Il gruppo ha riferito di essere salpato da Sfax, in Tunisia, alle 22 di sabato scorso, un’ora dopo rispetto al primo natante naufragato. I sopravvissuti hanno riferito di essere originari di Benin, Camerun, Congo, Guinea, Mali, Sierra Leone e Sud Sudan.
Una vittima
Terzo barchino naufragato, nel giro di poche ore, nelle acque antistanti Lampedusa. Trentasei i migranti tratti in salvo, fra cui 8 donne e 3 minori, dai militari della motovedetta V1300 della Guardia di finanza. Recuperato anche il cadavere di una giovane donna. I sopravvissuti e il corpo della ragazza, sono stati già sbarcati a molo Favarolo. La salma è stata portata al cimitero di Cala Pisana dove le bare salgono a sette. La barca di 7 metri sulla quale viaggiavano i 37 migranti, originari di Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea, Mali e Sud Sudan, aveva già imbarcato acqua quando alla vista della motovedetta della Guardia di finanza, alcuni degli extracomunitari si sono alzati in piedi per cercare, sbracciandosi, di chiedere aiuto. Ed è in quel momento che il natante si è ribaltato e i migranti sono finiti in acqua. Una donna, che dovrebbe avere circa 26 anni, è annegata. Le ricostruzioni sono state fatte grazie ai racconti degli stessi naufraghi che hanno riferito anche d’essere salpati alle 5 di domenica da Sfax, in Tunisia e d’aver pagato alcuni 600 euro e altri 800 mila Cfa.
Sbarchi
Altri 41 migranti, fra cui 7 donne e due minori, sono stati soccorsi nelle acque antistanti a Lampedusa dalla motovedetta della Guardia di finanza. E’ stato il sedicesimo sbarco con un totale di 669 persone, a partire da mezzanotte, per la più grande delle isole Pelagie. Il gruppo, composto da persone originarie di Burkina Faso, Costa d’Avorio, Congo, Guinea, Mali, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Sud Sudan, ha riferito di essere salpato da Sfax in Tunisia alle ore 6 di domenica e d’aver pagato 1.500/2000 dinari tunisini.
L’inchiesta
La Procura di Agrigento, con il reggente Salvatore Vella, ha aperto un’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato dopo che è stato sbarcato a molo Favarolo di Lampedusa il cadavere di un giovane migrante. Quaranta le persone che sono state salvate, durante la notte nel primo naufragio, in area Sar italiana, dal peschereccio tunisino “Mohamed Amine” che ha recuperato anche il cadavere. Vi sarebbero circa 14 dispersi nel naufragio e sono ancora in corso le ricerche. I sopravvissuti verranno ascoltati dai poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Agrigento che cercheranno di ricostruire cosa sia effettivamente accaduto e perché il barchino si è ribaltato ed è colato a picco.
Fonte Ansa