L’Afghanistan non parlerà nella giornata conclusiva della settantaseiesima Assemblea generale delle Nazioni unite. Era previsto l’intervento dell’ambasciatore nominato dall’ex presidente Ghani, che i talebani intenderebbero sostituire. Cancellato dalla lista degli interventi anche quello della Birmania.
Afghanistan
La portavoce del presidente dell’Assemblea Generale Monica Grayley ha confermato il ritiro dell’intervento afghano, che doveva essere tenuto dall’ambasciatore all’Onu di quel Paese Ghulam Isaczai: “Abbiamo ricevuto informazioni che lo Stato membro ha ritirato la sua partecipazione al dibattito, prevista per oggi”. Isaczai era stato nominato dall’ex presidente, mentre adesso il nuovo ministro degli Esteri talebano Amir Khan Muttaqi, oltre ad aver nominato nuovo rappresentante, avrebbe chiesto di essere lui a intervenire nel dibattito in Assemblea generale.
Birmania
Salta anche l’intervento dell’attuale ambasciatore birmano Kyaw Moe Tun, nominato dal governo di Aung San Suu Kyi che lo scorso febbraio le forze armate hanno rovesciato con un colpo di Stato. I militari hanno proposto di sostituire Tun con il veterano Aung Thurein, mentre lui avrebbe chiesto il rinnovo dell’incarico. Secondo alcune fonti diplomatiche, Stati Uniti, Cina e Russia – che fanno parte della commissione di nove membri che valuta le credenziali, nominata all’inizio di ogni sessione dell’Assemblea Generale e che generalmente non si riunisce fino a ottobre o novembre – avrebbero raggiunto un accordo in base al quale Pechino e Mosca non si oppongono alla permanenza, per il momento, di Kyaw Moe Tun all’Onu, a patto che non parli durante la settimana di alto livello.