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La vita dei Marò tra l’indifferenza del Kerala e l’incapacità dell’Italia

maròOggi la Corte Suprema indiana decide se accettare o meno la nuova istanza presentata dall’Italia per l’estensione del permesso, in scadenza proprio il 12 gennaio, concesso da New Delhi al fuciliere di Marina Massimiliano Latorre perché potesse curarsi in Italia dopo essere stato colpito da ictus. Un fatto che riempie le pagine dei giornali italiani, ma è quasi invisibile su quelli indiani. E’ il segno di quanto sia percepita in maniera diversa la vicenda, e di come si sia trasformata in una questione tutta politica.

I miliardi di persone che vivono nella patria di Gandhi, infatti, non hanno molto interesse per la vicenda, nemmeno a Kerala, terra che ha dato i natali ai due pescatori uccisi in mare. Lo testimonia l’interesse che i media locali hanno per questa storia. L’ultimo articolo, prima delle pagina chiesta dalla Nia (l’organismo che attualmente sta investigando sui Marò) al The Economist Times per presentare le proprie tesi, risaliva a prima di Natale, ed era anche piuttosto piccolo. E anche il fatto che si sia chiesto a un giornale di dare spazio alle informazioni sull’indagine a carico dei nostri soldati la dice lunga sulla diversità di impostazioni qui in Italia, dove una qualsiasi comunicazione del governo prende le prime pagine dei maggiori quotidiani.

Il punto è che il governo indiano in questa storia ha la possibilità di mostrare i muscoli verso un’Europa sostanzialmente distratta sulla questione; e per di più contro un Paese colonialista com’è ancora oggi – anacronisticamente – vista l’Italia.

kerala (5)Governi a parte, la gente di Kerala non è particolarmente appassionata. Lo scorrere della vita ormai non prevede discussioni sui nostri fucilieri di Marina in questa regione sconosciuta fino a quel fatidico 15 febbraio 2012, quando due pescatori furono uccisi e dell’omicidio furono accusati due militari italiani a Bordo della Enrica Lexie. Facciamo quindi un viaggio in questo “famoso” Kerala per scoprire come vivono nel Paese che tiene in ostaggio i nostri soldati.

E’ una delle poche terre indiane da non essere state toccate da mano europea, e dunque conserva il suo stile di vita non occidentalizzato. La prima cosa che colpisce appena si mette piede nell’area è l’odore forte e molto particolare, difficilmente descrivibile. Le strade sono ben curate, ampie e lunghe perché collegano i diversi centri abitati. Enormi distese di alberi di cocco e banane caratterizzano la zona: non a caso Kerala vuol dire proprio “terra dell’albero di cocco”.

Le famiglie, quelle che non sono così povere da vivere in strada, possiedono animali da fattoria e terreni. Le case sono bellissime, se fossero trapiantate in Europa costerebbe una fortunas; a fronte di questo gli arredamenti sono piuttosto frugali, con un occhio più a ciò che è utile piuttosto che al dilettevole. Le famiglie sono molto numerose, e tutti i figli sono istruiti (nel Kerala l’alfabetizzazione raggiunge il 90%). Dunque se non parlano dei Marò non è perché non ne siano capaci, ma proprio per un disinteresse.kerala (3)

Per molti aspetti la vita in Kerala è difficile per chi non vi è abituato: l’acqua non è potabile, le docce stanno iniziando a essere inserite adesso ma nella maggior parte delle case l’acqua si scalda con il fuoco prima di lavarsi. Le case sono aperte, il che rende facilmente accessibile l’accesso a vari tipi di animali. In questo contesto la tecnologia sta entrando prepotentemente, tanto che in alcune case dove manca l’acqua c’è però un computer.

kerala (1)Queste contraddizioni tra ricchezza e povertà riempiono ogni angolo dell’India, con abitazioni così ricche di oro e bei tessuti ma senza frigorifero in cucina. In questo scenario così diverso, anche i nostri Marò seguono la stessa sorte: passati due anni dall’evento, la gente non pensa più alla brutalità dell’evento, nonostante l’indignazione e la rivolta iniziale. Il che, se vogliamo, è ancora più pericoloso: l’oblio rischia di inghiottire i nostri fucilieri di Marina, e con essi la nostra dignità.

Ultimora

La Corte suprema indiana ha rinviato a mercoledì l’esame dell’istanza di proroga del rientro in India del fuciliere di Marina Massimiliano Latorre. Il presidente del Tribunale ha spiegato che avendo già espresso in passato osservazioni sull’istanza, è opportuno che di essa si occupino i magistrati di un’altra sezione del Tribunale. In attesa della decisione, i termini di scadenza del permesso sanitario concesso a Latorre per il suo rientro in India sono sospesi. Lo hanno detto all’ANSA fonti legali all’uscita dell’udienza.

 

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