Stop al cosiddetto “turismo sociale” proveniente soprattutto da paesi dell’Europa orientale ma anche dall’Italia. Lo vuole attuare la Germania, che porta in discussione un disegno di legge proposto dalla ministra del Lavoro, la socialdemocratica Andrea Nahles, che vuole far passare cinque anni prima che cittadini di altri paesi Ue possano ottenere in Germania le prestazioni del pacchetto ‘Hartz-IV’ (il sussidio di disoccupazione e una serie di misure di sostegno economico per chi non riesce a rientrare nel mondo del lavoro) e altri aiuti sociali.
I dati sui sussidi
Secondo dati dell’Agenzia federale per il lavoro, questi aiuti sociali vengono percepiti in Germania da quasi 440 mila persone di altri paesi dell’Ue: i più numerosi (circa 92 mila) sono i polacchi, seguiti da italiani (71 mila), bulgari, (70 mila), romeni (57 mila) e greci (46 mila). Non si tratta solo di disoccupati: “molti”, e i più numerosi sono i bulgari, sono persone a basso reddito che integrano lo stipendio con le prestazioni sociali.
Lo stato sociale
Secondo la Nahles lo stato sociale tedesco è troppo generoso, o almeno attrae troppi ‘stranieri’ europei che – facendo leva sul principio della libera circolazione – sfruttano il sistema in una dimensione che a Berlino si giudica eccessiva. Così, dopo mesi di contrasti interni fra l’ala socialdemocratica Spd e quella cristiano-sociale della cancelliera Angela Merkel, è stato raggiunto a Berlino un accordo di maggioranza sulla limitazione dei sussidi sociali ai cittadini Ue che vivono da disoccupati o con redditi troppo bassi in Germania.
L’esclusione
L’esclusione varrebbe se chi percepisce l’aiuto è disoccupato o ha già maturato diritto all’assicurazione sociale attraverso un impiego precedente. Solo dopo che il soggiorno si è “consolidato” per un periodo di cinque anni gli immigrati potranno ottenere l’aiuto sociale, prevede il testo.
L’intesa nella Grande coalizione composta dalla Cdu/Csu di Merkel e la Spd del vicecancelliere Sigmar Gabriel, è arrivata tardi in quanto il ministro dell’Interno, Thomas de Maiziere, voleva misure ancora più dure.