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La Corte europea dei diritti umani ha deciso: “Charlie Gard deve morire”

A nulla sono valse la tenacia e  la fiducia di Chris e Connie, i suoi genitori. Anche per la Corte europea dei diritti umani il piccolo Charlie Gard, già condannato a morte da medici e giudici britannici, non deve avere altro destino che quello di una precoce dipartita per mano umano.

La tanto agognata decisione è giunta nel tardo pomeriggio di oggi. Ed ha avuto l’esito più temuto dai tanti sostenitori in tutto il mondo di questa giovane coppia di genitori. Strasburgo ha approvato la sentenza dei Tribunali inglesi con cui si autorizza a staccare le spine per l’idratazione e la respirazione al bambino affetto da una rara malattia genetica che gli ha colpito il cervello nell’ottobre scorso, due mesi dopo la nascita.

La storia

Ricoverato da quando gli è stata diagnosticata questa malattia debilitante al Great Ormond Street Hospital di Londra, un’eccellenza nel campo della pediatria, finora non ha dato riscontri positivi a tutte le terapie considerate dal protocollo medico britannico in casi di questo tipo. Ne è derivata la scelta, da parte del personale sanitario, di staccare le spine che lo tengono in vita.

A questa ipotesi si sono però opposti i genitori, chiedendo al personale sanitario di lasciarli tentare una cura sperimentale disponibile negli Stati Uniti, a spese loro. Essi hanno dato vita a una raccolta fondi on-line per sostenere la spesa, che ad aprile aveva raccolto 1,25 milioni di sterline da oltre ottantamila donatori.

Soldi rimasti però congelati, in attesa di avere il via libera giudiziario per affrontare questo viaggio della speranza oltreoceano. La questione è infatti finita in Tribunale, dove i giudici inglesi hanno dato ragione ai medici e torto ai genitori. L’ultimo verdetto è stato emesso il 9 giugno scorso dalla Corte suprema.

Il ricorso a Strasburgo

Per evitare che la sentenza di morte venisse comminata, i genitori del piccolo si sono allora rivolti alla Corte europea dei diritti umani chiedendo un provvedimento d’urgenza che fermasse l’attuazione della sentenza. I giudici di Strasburgo hanno accolto la richiesta, prendendosi una settimana di tempo per valutare la questione. Al termine dei sette giorni, il 19 giugno scorso, hanno tuttavia chiesto un’ulteriore proroga di riflessione. I ragionamenti delle toghe sono però terminati oggi, giungendo alla conclusione più amara.

La reazione dei vescovi inglesi

Il giorno successivo la sentenza dei giudici di Strasburgo, è intervenuta sulla vicenda la Conferenza episcopale inglese. I presuli – come riporta l’AgenSir – hanno definito “straziante”, soprattutto “per i suoi genitori, per la famiglia”, staccare la spina al piccolo Charlie Gard.

“In questo difficile caso – si legge in una nota diffusa questa mattina dai vescovi inglesi – tutte le parti hanno cercato di agire con integrità e per il bene di Charlie, ciascuno secondo la sua visione. Comprensibilmente, i genitori di Charlie desiderano fare di tutto pur di salvare e migliorare la sua vita”.

I presuli “sperano e pregano” che, in seguito a questa decisione, Chris e Connie Gard “possano trovare pace nei giorni e nelle settimane a venire”. I vescovi incoraggiano inoltre “la comunità cattolica a pregare per Charlie, per i suoi genitori e per tutti coloro che si sono occupati di lui”.

Purtroppo, si legge ancora nella nota, “la malattia terminale prolungata fa parte della condizione umana: non dovremmo mai agire con la deliberata intenzione di porre fine alla vita umana, compresa la rimozione dell’alimentazione e dell’idratazione che potrebbe provocare la morte. Dobbiamo, tuttavia, qualche volta riconoscere i limiti di ciò che può essere fatto, mentre si agisce sempre umilmente al servizio del malato fino al momento della morte naturale”.

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