Ci sarebbe anche un italiano di seconda generazione nel commando jihadista che ieri ha attaccato il campus universitario di Garissa in Kenya trucidando 147 persone, soprattutto studenti, e ferendone altre 49. Un massacro architettato dalla diabolica mente di Al Shebaab, frangia somala affiliata ad Al Qaeda. Secondo quanto riportato dall’edizione odierna del Tempo nel gruppo di uomini armati responsabili del carneficina, ci sarebbero stati almeno 3 europei, partiti per l’Africa ancor prima che l’Isis bussasse alle porte del Medio Oriente a suon di attentati e decapitazioni.
La presenza del combattente nato in Italia, ma originario del Corno d’Africa, era stata segnalata già da molti anni, quando l’uomo aveva fatto rientro nel suo Paese. Dopo aver abbracciato la causa degli Shabaab, era finito nel mirino degli 007 kenyoti. L’attacco di ieri cominciato all’alba. I miliziani hanno preso d’assalto il campus intorno alle 04,30 ora italiana: hanno sparato alle due guardie al cancello di ingresso e poi, una volta entrati, hanno aperto il fuoco a caso, prima di asserragliarsi in uno dei dormitori degli studenti. Straziante la fine dei cristiani, separati dal gruppo degli ostaggi e poi decapitati. Ennesima prova della ferocia fondamentalista, ormai giunta all’apice della sua efferatezza.
Dopo la strage sono arrivate le condanne da parte della comunità internazionale; gli Stati Uniti hanno stigmatizzato nei termini più forti possibili l’attacco. Lo ha detto il portavoce della Casa bianca Josh Earnest, aggiungendo che gli Usa stanno fornendo assistenza al governo kenyano e continueranno a collaborare con esso e gli altri Paesi della regione per sconfiggere gli Shebaab. Stessi toni scelti dalla Farnesina che ha anche espresso solidarietà ai famigliari delle vittime, nella certezza che “le istituzioni democratiche del Kenya sapranno reagire con fermezza al terrorismo”. Choc anche tra i musulmani d’Italia: Il Centro islamico culturale d’Italia, che sovrintende la grande Moschea di Roma, in una nota ha condannato con “assoluta fermezza l’orrendo attentato e il massacro criminale perpetrati nel campus universitario della citta’ di Garissa”.
Infine il Papa ha definito ha definito “insensato” e “brutale” l’attentato e ha pregato, in un telegramma inviato dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin al Presidente della Conferenza Episcopale del Kenya, Card. John Njue, Arcivescovo di Nairobi, “per la conversione dei cuori di coloro che l’hanno perpetrata”. Francesco si è detto “profondamente addolorato dalla perdita immensa e tragica di vite umane causata dal recente attacco all’università Garissa. Il Santo Padre – si legge nel comunicato – assicura le proprie preghiere e la sua vicinanza spirituale alle famiglie delle vittime e al popolo kenyota in questo tempo di dolore. Affida le anime delle vittime alla infinita misericordia di Dio e prega per tutti coloro che sono in lutto affinché siano confortati nella loro perdita”.