Era un cooperante l’italiano rimasto ucciso ieri nell’attacco talebano a un piccolo albergo di Kabul nel quale sono morte 14 persone di cui nove straniere. Alessandro Abati, 47 anni, era consulente in un’agenzia di investimenti e si trovava in Afghanistan assieme alla compagna, la 28enne kazaka Aigerim Abdulayeva, vittima anche lei dell’attentato. Il massacro è la conferma di quanto la situazione nel Paese asiatico, a 14 anni dalla guerra condotta dalla Nato contro gli studiosi del Corano, si ancora “complicata”, come ha detto dalla Turchia il ministro degli esteri, Paolo Gentiloni. Non è un caso che l’Alleanza Atlantica abbia allora deciso di prolungare la missione sul suolo afghano.
L’attacco, che ha causato anche diversi feriti, ha messo a ferro e fuoco una foresteria nel centro della capitale, a Kolola Pushta, in una zona dove si trovano anche un complesso delle Nazioni Unite, varie ambasciate e diverse foresterie. Nel piccolo albergo era in corso un concerto di musica tradizionale locale, con un noto cantante: il commando ha aperto il fuoco sui presenti ed è stato l’inferno. Al momento dell’attacco, nel luogo si trovavano decine di afghani, ma anche cittadini di vari Paesi. Tra questi, Abati con la giovane fidanzata con cui avrebbe dovuto sposarsi a breve, in Italia, a San Pellegrino. La polizia, con le forze speciali, è arrivata poco dopo e i tre uomini del commando sono stati uccisi prima che si facessero esplodere. Prima però, hanno raccontato testimoni, si sono aggirati nei locali, stanza per stanza, in cerca degli stranieri. Un dipendente dell’hotel, che e’ riuscito a salvarsi nascondendosi dentro una stanza, ne e’ uscito solo quando il massacro è finito, ma a quel punto ha visto a terra i corpi insanguinati di almeno cinque persone.
Al termine dell’assedio, la polizia è riuscita a mettere in salvo le 54 persone prese come ostaggio. Rivendicando la missione suicida, i talebani hanno parlato di un solo kamikaze in azione, un attacco però -hanno tenuto a far sapere “accuratamente pianificato”. Il portavoce, Zabiullah Mujahid, ha aggiunto che il gruppo terrorista contesta la decisione della Nato di prolungare la missione in Afghanistan: “Non tollereremo la presenza degli invasori”. La Nato ha messo fine nel 2014 alla sua missione di combattimento in Afghanistan, l’Isaf, che è stata sostituita da gennaio da un contingente con il solo compito di formazione e addestramento delle forze armate locali. Dopo la decisione presa in Turchia, l’Alleanza Atlantica adesso deve concretizzare ancora in cosa consisterà la nuova missione.