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Jimmy Carter torna a casa: “Cure palliative per lui”

L'ex presidente Usa, 98enne, aveva subito una serie di ricoveri. Il Carter Center: "Stop agli interventi, sarà curato a casa"

L’ex presidente degli Stati Uniti, James Earl “Jimmy” Carter, è tornato a casa. Dopo una serie di brevi ricoveri in ospedale, il novantottenne ex inquilino della Casa Bianca riceverà delle cure palliative domestiche. Lo hanno riferito i media statunitensi, citando la fondazione che porta il nome del 39esimo presidente, la quale sostiene che Carter sarebbe ormai in fin di vita. Per questo i medici avrebbero deciso per una serie di cure presso l’abitazione del politico piuttosto che operare nuovi interventi medici. Dopo la morte di Bush senior, avvenuta il 30 novembre 2018, Carter è diventato il più anziano ex presidente ancora in vita. Nato il 1° ottobre 1924, fra i due vi era una distanza anagrafica di appena quattro mesi (G.H. Bush era nato il 12 giugno dello stesso anno). Nonostante l’età avanzata, Carter aveva presenziato alle esequie del suo successore, assieme agli altri ex presidenti.

Carter, dall’elezione a Camp David

Eletto alle elezioni presidenziali del 1976, Carter si affacciava alla politica nazionale come volto nuovo. Un apparente punto di svantaggio che, invece, divenne paradossalmente l’elemento in grado di conquistare il gradimento degli elettori, che lo preferirono al repubblicano Gerald Ford. Subentrato all’erede della presidenza Nixon, che aveva raccolto il testimone della guida del Paese a seguito delle dimissioni del presidente successive allo Scandalo Watergate, Carter iniziò il proprio mandato con colpo a effetto. Nemmeno il tempo di prestare giuramento e il neo-presidente firmò la grazia per i renitenti alla leva che non avevano risposto alla chiamata alle armi per il Vietnam. Uno dei momenti distintivi dell’inizio della sua presidenza, assieme agli Accordi di Camp David del 1979, che segnarono un periodo di pace fra Israele ed Egitto.

La presidenza

Presidente durante una fase particolarmente complessa della guerra fredda, il suo mandato corrispose con eventi estremamente difficili come la crisi degli ostaggi in Iran e l’invasione sovietica dell’Afghanistan, a seguito della quale i rapporti fra i blocchi si irrigidirono ulteriormente. Tanto che, nel 1980, la dottrina Carter convinse le istituzioni americane a seguire la politica del boicottaggio, lasciando a casa la delegazione statunitense per le Olimpiadi moscovite del 1980. Nello stesso anno, il drastico calo di consensi risultò decisivo nella corsa al secondo mandato presidenziale. La maggioranza schiacciante di Ronald Reagan portò nuovamente i repubblicani alla Casa Bianca ma la politica di Carter si sposterà in ambito sociale. Nel 1982 nascerà il Carter Center, ondazione impegnata nella mediazione per la risoluzione dei conflitti mondiali. Grazie alla quale, nel 2002, l’ex presidente otterrà il Premio Nobel per la Pace.

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