Primo piano

Jacobs, il cuore non basta

Si è arreso con onore, migliorando il suo tempo, ma non è bastato. Marcell Jacobs, campione olimpico uscente, non è riuscito a Parigi a ribadire l’oro conquistato tre anni fa a Tokyo. Si è arreso in finale dopo una gara pazzesca, con gli otto finalisti che sono finiti sotto i dieci secondi. Mai visto prima. Una finale pazzesca, vinta sul filo del rasoio dall’americano Lyles che ha sprintato negli ultimi dieci metri con la falcata del ghepardo, beffando il jamaicano Thompson e l’altro americano Kerley. Quinto Jacobs che migliora il tempo della semifinale (da 9.92 a 9.85), ma che non è bastato per portare a casa la medaglia tanto sognata.

Jacobs, quinto con onore

La regina di tutti gli sport, la gara più attesa, i 100 metri. Saint Denis è una bolgia, un miscuglio di colori, di fiaccole, di tifo, di passione e amore. La carta azzurra si chiama Marcell Jacobs, campione olimpico a Tokyo tre anni fa. Allora tutto perfetto, stavolta due giornate cariche di tensione, con l’azzurro che passa secondo in batteria poi in semifinale torna in pista grazie al ripescaggio: parte con il settimo tempo, alle spalle di Thompson Seville, Lyles, Kerley, Simbine, Tebogo (9.91), meglio solo di Bednarek. La gara è breve, ma sembra non finire mai, incollati a quella linea del traguardo dove la gara si decide al fotofinish. La vince l’americano Lyles che per cinque millesimi di differenza, batte il giamaicano Thompson, partito forse con troppa pressione addosso, forse troppo sicuro di vincere, che invece ha preso l’argento. Bronzo per l’altro americano Kerley. Solo quinto il nostro Jacobs con 9.85, lontano dal 9.79 del vincitore.

Il cuore non basta

Peccato, ci si credeva tanto in questa medaglia, ma Marcell, lo si è visto fin dalle batterie, non è apparso in grandissimo spolvero. E la pista lo ha certificato. Preparazione, il trasferimento, noie muscolari, tutto un insieme di fattori che alla fine hanno inciso sulla gara. Il cuore stavolta non è bastato, perché Marcell ce l’ha messa tutta per recuperare il gap. Bastava poco, con la medaglia ad un solo passo nonostante un parterre di peso e sostanza. Lui non è stato da meno, ma non sempre il tempo dell’estate dura abbastanza per fare ciò che si vuole. E il suo cuore stavolta l’ha portato a timbrare il miglior tempo stagionale, non a vincere. Perché l’oro, stasera, parla americano. Jacobs non è contento, ma è pronto a ripartire. Per lui, per l’Italia.

Le dichiarazioni

“Non posso essere troppo contento di questa gara – ha spiegato l’azzurro in mixed zone – Ho avuto una buona reazione, dovevo spingere di più, ma non ci sono riuscito. Ho dato il massimo, ma gli altri sono andati forte e non ho nulla da recriminare. Volevo la medaglia e non mi sono mai arreso. Pensavo di farcela, ma fa parte del gioco. Per quanto successo durante l’anno, il quinto posto mi soddisfa, ma è stata un’annata particolare e complicata. Credo però nel progetto. Non finisce qui perché tra quattro anni saremo ancora insieme”. E l’Italia lo aspetta perché, dopo averlo trovato, adesso deve solo ritrovare il miglior Jacobs per continuare a sognare notti magiche.

Massimo Ciccognani

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