L’Italicum ha incassato la terza e ultima fiducia. La legge elettorale è stata votata da 342 deputati. I no sono stati solo 15, vista l’assenza delle opposizioni che hanno deciso di non partecipare. Il voto finale sul testo è stato fissato per lunedì pomeriggio. Questa mattina l’esecutivo aveva già incassato l’approvazione da parte della Camera con con 350 sì e 193 no. La votazione era iniziata ieri sull’articolo 1, che ha ottenuto 352 sì, 207 no e un astenuto. Si è trattato di uno dei risultati migliori del governo Renzi che, tuttavia, si è perso per strada alcuni big tra cui Enrico Letta, Pier Luigi Bersani e Rosi Bindi. E se da parte della sinistra interna sono piovute parole di fuoco contro Matteo Renzi, la leadership del Pd ha scelto di non drammatizzare, ed anzi ha parlato di “ricucitura”, tanto che anche il premier ha aperto su una modifica della riforma costituzionale del Senato. Anche perché il voto finale sull’Italicum, probabilmente a scrutinio segreto, non lascia ancora dormire sonni tranquilli all’esecutivo.
La giornata di ieri era iniziata con gli esponenti delle minoranze Dem che hanno ribadito le critiche alla decisione del governo di porre la fiducia. Bersani aveva usato parole che evocavano la scissione, scenario che però subito smentito. All’opposto Renzi, con una lettera al quotidiano “La Stampa”, aveva ribadito punto su punto la propria posizione. Prima del voto la minoranza Dem si è spaccata verticalmente: cinquanta deputati di Area Riformista, la componente finora guidata da Roberto Speranza, hanno stilato un documento pro-fiducia mentre iniziava la “chiama” in Aula. Compatto il resto della maggioranza che ha garantito 352 sì. Un numero che ha strappato parole di apprezzamento dalla solitamente cauta Maria Elena Boschi. “Grazie di cuore ai deputati che hanno votato la prima fiducia – ha scritto Renzi su Twitter – La strada e’ ancora lunga”.