Foto © Matteo Gribaudi/Image Sport
L’ambiente è sereno nonostante lo tsunami del dopo Spagna, quel risultato pesantissimo che pesa come un macigno sulle spalle degli azzurri. Ma domani serve altro, serve ritrovare la vera Italia quella, tanto per intenderci, che era piaciuta nel primo tempo contro l’Albania. Non ci sono mezze misure. Sulla carta può bastare anche un pari, ma è innegabile che vincere aumenta l’autostima. Per loro è l’ultimo viaggio di una nazionale pazzesca, finalista a Russia 2018 e sempre protagonista in cmapo europeo. L’ultima per Luka Modri, probabile l’ultima anche per due ex nerazzurri (Inter) come Brozovic e Perisic. Non servono calcoli e il Ct lo ammesso candidamente.
Il volto è sereno, dopo tre giorni di lavoro dai quali si aspetta molto. Si aspetta che i suoi facciano quello che disegnano in allenamento sul prato di Iserlohn. Anche perché non c’è via di mezzo. O dentro o fuori. “O si fa risultato, o si va a casa”, il monito del Ct, che ritorna col pensiero ai novanta minuti contro la Spagna. “Dopo una partita così l’idea di poter cambiare qualcosa c’è, perché poi probabilmente ho sbagliato io a non cambiare prima vista la prestazione contro la Spagna. Però la squadra contro l’Albania mi era sembrata talmente bella che ho ritenuto un azzardo metterci male. Ora che s’è notata un po’ di fatica, un po’ di ruggine, qualcosa sicuramente cambierà. Inoltre cambieremo anche qualche attitudine di squadra, avremo bisogno di qualche certezza di continuità di gioco, di resilienza dentro la partita. Non si può mettere in conto di subire certe situazioni e si cercherà di mettere più sostanza per non metterci in mano alla loro qualità. Poi è la partita vogliamo comunque farla a metà campo, non nella nostra area”.
L’ammonizione del Ct è chiaro, guai a pensare solo al pareggio. Si rischierebbe troppo. La formazione viaggia con un solo dubbio visto che Spalletti ha ammesso che Dimarco è recuperato, ma serviranno le prossime ore per capire se sarà o meno della partita. Spalletti è pronto a disegnare la sua Italia con un inedito 4-1-4-1 che in fase di possesso diventa un 3-4-2-1. Quattro gli innesti, Dimarco permettendo. Dietro c’è Donnarumma, davanti a lui come centrali fungeranno bastoni e Calafiori, con Di Lorenzo a destra e Darmian a sinistra qualora non sia pronto Dimarco. Jorginho l’intermedio davanti alla difesa, quindi Cambiaso, Cristante, Barella e Chiesa alle spalle di Mateo Retegui. In fase di rilancio dell’azione, il modulo prevede Di Lorenzo, Bastoni e Calafiori centrali di difesa, in mezzo Cambiaso, Cristante, Jorginho che sale in appoggio e Darmian, con Barella e Chiesa alle spalle di Retegui.
Moduli, numeri che affollano la mente. Poi, in campo vanno i calciatori. Che stavolta non dovranno fallire per non prendere con anticipo il volo di ritorno. La Croazia è avversario tosto, ma l’Italia deve fare l’Italia. E basta. Alla Red Bull Arena di Lipsia, calcio d’inizio alle ore 21. A fischiare sarà l’oalndese Makkelie.
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