Il coraggio di crederci, perché i giovani, se bravi, sono il futuro, non solo della società, ma anche nel mondo del calcio. A Berlino, finale di Euro 2024, sono approdate Spagna e Inghilterra, squadre di qualità e talenti. Nella Spagna brilla la stella del diciassettenne Yamal (li compirà domani), nell’England, quella di Jude Bellingham, anni 21 ma esploso come lo spagnolo a sedici anni e pagato dal Real Madrid 103 milioni di euro.
Soprattutto la Spagna dovrebbe essere il punto di riferimento per la nostra Nazionale. Lo ha detto Spalletti prima della sfida contro gli iberici nella fase a gironi vinta dagli spagnoli per 3-0. Dobbiamo guardare lì, ma alle belle parole, servirebbero i fatti. Perché l’Italia è un Paese vecchio, non solo nel calcio, dove le menti sono costrette ad emigrare per andare a fare fortuna oltre le Alpi. Medici, architetti, mai apprezzati per il loro valore. Poi, c’è il calcio, con una Nazionale che produce pochi giovani, che ci sono, ma non vengono fatti giocare. Il problema del sistema calcistico italiano, sta in un campionato troppo largo, con 20 squadre che Gravina, presidente Figc, ha proposto di ridurre a 18. Apriti cielo, perché i figli del dio minore del calcio si sono ribellati e niente rivoluzione. Poi i settori giovanili, mal curati, con i talenti costretti in tribuna o a casa per fare posto ai tanti, troppi, stranieri che albergano nel nostro calcio. Il coraggio di osare ma anche di crederci, perché le giovanili italiane sono un vanto, vincenti in campo europeo e mondiale, ma il loro giorno non è ancora arrivato.
Questione di credere, investire sul settore giovanile e proiettare i baby talenti nel cuore della nazionale maggiore. Facile a dirsi, difficile da realizzare, perché questi giovani, nei rispettivi club giocano con il contagocce e questo rallenta la crescita. Serve l’inversione di tendenza, proprio perché il calcio italiano è in un vicolo cieco. Troppi stranieri e pochi italiani. Serve il contrario, valorizzare le nostre risorse, prima nei club per ritrovarseli pronti in nazionale. Serve guardare Spagna (Yamal ha esordito a 16 anni) e Inghilterra (Bellingham a 17 anni), tanto per fare i nomi delle due stelle della finale di domenica. Ma in Spagna e Inghilterra, ce ne sono talmente tanti di giovani che si fa fatica a scegliere. L’Italia è una Nazionale vecchia, dove manca da una vita un centravanti, cosa che invece c’è nell’under 21, come nell’under e nell’under 17. Basta solo crederci e farli giocare. Ne saremo capaci?
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