La quiete dopo la tempesta, dopo l’ennesimo nubifragio che si è abbattuto sulla Renania, ma anche un po’ di quiete dopo la tempesta calcistica che ha investito l’Italia, sonoramente battuta ieri sera dalla Spagna. È stato un risveglio amaro, molto diverso da quello del dopo esordio contro l’Albania. Ma se prima non eravamo da nove – parole di Gigi Buffon alla Rai – oggi non siamo da quattro. Nervi saldi e riprendiamo la rotta, il messaggio del capo delegazione della nazionale all’indomani del crack contro la Roja. Ha funzionato nulla, con la Spagna padrona assoluta e l’Italia, come le celebri stelle di Anton Giulio Majano, a guardare. Questione di gamba ha ammesso Spalletti nella pancia dello Schalke Stadium, questione di carattere e personalità, aggiungiamo noi. Troppo brutta per essere vera, anche se contro la Spagna è difficile giocare per tutti. Gli iberici vantano una ossatura costruita nel tempo, in campo tanti giovani che in Liga non hanno avuto il timore di lanciare, mentre da noi, continuano a fare flanella in tribuna.
Italia, l’ora di rialzarsi
Una sconfitta dolorosa, non certo nel risultato che non premia abbastanza la Spagna, quanto nell’atteggiamento. Di questo passo, non si va lontano, perché la differenza tra l’Italia e le altre big, Francia, Germania e Inghilterra, è ancora notevole. Nel calcio mai dire mai, perché magari una sconfitta così può far bene a ritrovare lo spirito dei giorni migliori. Di certo questa Nazionale è quello che passa il convento Italia, ovvero davvero poco. Ma desso è l’ora di rialzarci e pure in fretta.
Di nuovo al lavoro
Spalletti è tornato al lavoro con i suoi, facce scure e testa bassa a pedalare forte perché il futuro non è poi così roseo come ci si aspettava. Nessuno ci regalerà nulla. Si decide nell’ultimo turno, con la Spagna già agli ottavi. All’Italia basta un punto contro la Croazia per non correre rischi, ma va cambiata la testa di una squadra apparsa molle, vittima sacrificale, irrisa sul campo dalle magie spagnole. La Croazia è all’ultima spiaggia oltre che a fine ciclo perché in tanti, a cominciare da Luka Modric, sono all’ultima curva di una carriera che ha riservato enormi soddisfazioni per il madridista, ma anche per la stessa nazionale, finalista mondiale nel 2018 persa contro la Francia, ma anche indelebile protagonista nelle ultime due edizioni degli europei.
La Croazia
Lasciare sì, ma a testa alta. Non hanno nulla da perdere e il guizzo del campione, può essere estremamente pericoloso per un’Italia che ha il dovere di cambiare marcia. Pensare di affrontare la Croazia per strappare il punticino della sopravvivenza, potrebbe essere l’anticamera di un’altra delusione. Ecco perché l’Italia dovrà fare la partita per cercare di vincerla. Poi agli ottavi si vedrà. Senza volare lontano col pensiero, perché lunedì a Lipsia c’è la Croazia, dentro o fuori: guai a fallire.