Nell’Unione europea, “nel 2022 l’Italia è al 24° posto per grado di soddisfazione verso i servizi pubblici. Scivoliamo addirittura al 26° posto per la fiducia” di cittadini e imprese. Emerge da un report di Confartigianato sull’efficienza della pubblica amministrazione, in cui si legge: “L’innovazione tecnologica non sembra aver migliorato la burocrazia. Siamo sempre alle prese con cavilli, file agli sportelli, complicazioni che rubano 238 ore l’anno agli imprenditori soltanto per occuparsi degli adempimenti fiscali“.
P.a. digitale
Per il grado di soddisfazione dei cittadini verso i servizi pubblici “siamo fanalino di coda nell’Ue insieme con Romania, Bulgaria e Grecia“, mentre per poca fiducia nella Pubblica Amministrazione siamo “preceduti soltanto dalla Grecia”, sottolinea il rapporto della principale organizzazione italiana dell’artigianato e della micro e piccola impresa. Dal testo di Confartigianato sul livello di efficienza degli enti pubblici dal quale emerge che “sulla bassa qualità dei servizi della P.a. influisce uno scarso utilizzo delle tecnologie digitali: solo il 28% delle amministrazioni locali consente agli utenti di completare on line le pratiche amministrative e, se richiesto, di effettuare il pagamento via web. Una quota che sale al 35% nel Centro-Nord mentre crolla al 13% nel Mezzogiorno. Record negativo del Sud anche per la qualità delle istituzioni nelle 234 regioni europee: la peggiore è risultata la regione rumena di Bucarest Ilfov, seguita da Calabria e Campania“.
Il tempo
L’innovazione tecnologica non sembra dunque aver migliorato la burocrazia, evidenzia il report: un esempio è il tempo perso dalle piccole e medie imprese e dagli artigiani, 238 ore l’anno cioè circa 10 giorni, scrive Confartigianato, per gli adempimenti fiscali. “E così – segnala la confederazione di artigiani e piccoli imprenditori -, nel pieno della transizione digitale aumentano le difficoltà di relazione con gli uffici pubblici. La quota di cittadini in coda per oltre 20 minuti agli sportelli dell’anagrafe dei Comuni è del 28,4%, undici punti in più rispetto al 17,4% di dieci anni prima. E anche in questo caso ad attendere più a lungo sono i residenti nel Mezzogiorno, con una quota del 31,8% in fila per più di 20 minuti per espletare pratiche all’anagrafe”. E “le cose non sono migliorate durante la pandemia. Secondo il rapporto di Confartigianato, il 31,6% dei cittadini che da maggio 2020 a gennaio 2022 si sono rivolti a un ufficio pubblico, pari a circa 6,3 milioni di persone, ha espresso insoddisfazione o ha constatato un peggioramento della qualità dei servizi offerti dalla P.a, sia a causa del ritardo nell’erogazione di servizi on line (indicato dal 73,6%) che dall’impreparazione del personale nella gestione di questi servizi (77%).
Granelli (Confartigianato): “Risorse Pnrr occasione da non perdere”
A giudizio di un terzo degli utenti, i problemi di inefficienza c’erano anche prima dell’adozione del lavoro a distanza, mentre per gli altri due terzi lo smart working ha influito negativamente sulla qualità dei servizi pubblici”. “Una Pa efficiente, capace di stare al passo con gli imprenditori – sottolinea il presidente di Confartigianato Marco Granelli – è una delle priorità che abbiamo indicato nel nostro Manifesto alle forze politiche che si candidano a guidare il Paese. E’ fondamentale per favorire lo svolgimento delle attività economiche ed essere attrattivi anche per gli investitori. Le risorse messe in campo dal Pnrr sono una occasione da non perdere per le necessarie riforme di semplificazione e per costruire un sistema improntato all’affermazione concreta della sussidiarietà nelle relazioni della P.a. con le imprese ed i cittadini. Digitalizzazione, interoperabilità e standardizzazione delle procedure sono gli ingredienti fondamentali per una vera innovazione della Pa”.