La protezione della dose booster (due dosi più richiamo) pur se non completa, risulta attiva anche nella prevenzione dai contagi e si attesta al 66% o più nelle varie fasce d’età, evidenzia il report esteso dell’Istituto superiore di sanità, nell’analisi sull’efficacia dei vaccini anti-Covid. Il tasso di mortalità relativo alla popolazione sopra i 5 anni, nel periodo 18 febbraio-20 marzo, per i non vaccinati è di circa dieci volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster e risulta circa cinque volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di quattro mesi. Per quanto i ricoveri in terapia intensiva, nel periodo 25 febbraio-27 marzo, osserva l’Iss, il tasso nei non vaccinati è di circa sette volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster. Sono 3,5 milioni i casi Covid diagnosticati tra i 0 e il 19 anni dall’inizio dell’epidemia, mentre questa settimana è in diminuzione la percentuale dei casi segnalati nella popolazione in età scolare.
Protezione del booster
Anche in epoca di circolazione Omicron la protezione della dose booster, cioè due dosi più richiamo, pur se non completa risulta attiva anche nella prevenzione dai contagi e si attesta al 66% o più nelle varie fasce d’età, mentre è particolarmente elevata la protezione dalla malattia severa che raggiunge il 90% nei vaccinati con dose aggiuntiva/booster, soprattutto negli over70 e negli ultraottantenni. In particolare, nel prevenire la diagnosi di infezione, l’efficacia del vaccino nel periodo di prevalenza Omicron, a partire dal 3 gennaio, riferisce l’Istituto superiore di sanità, è pari al 51% entro tre mesi dal completamento del ciclo vaccinale, 41% tra i 91 e 120 giorni, e 49% oltre i quattro mesi; pari al 66% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster. Nel prevenire casi di malattia severa, efficacia pari al 73% nei vaccinati con ciclo completo da meno di tre mesi, 74% nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e 74,5% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre quattro mesi. Infine, è pari al 90% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster.
I tassi
Il tasso di mortalità relativo alla popolazione sopra i 5 anni, nel periodo 18 febbraio-20 marzo, per i non vaccinati è di circa dieci volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster, attestandosi a tre decessi per 100mila abitanti, e risulta circa cinque volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di quattro mesi, 34 decessi contro sette per 100mila abitanti. Per i ricoveri in terapia intensiva, nel periodo 25 febbraio-27 marzo, il tasso nei non vaccinati è di circa sette volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster, uno per 100mila abitanti. L’analisi dell’Iss sull’impatto della vaccinazione anti-Covid nel prevenire infezioni, ricoveri e decessi, evidenzia inoltre che i non vaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di quattro mesi hanno un tasso di ricoveri di quattro volte più alto, quattro ricoveri rispetto a due per 100mila abitanti, sempre nella popolazione sopra i 5 anni, per il periodo dal 25 febbraio al 27 marzo. Per quanto riguarda il tasso di ospedalizzazione per gli over 5, tra il 25 febbraio e il 27 marzo, per i non vaccinati – 127 ricoveri per 100mila abitanti – risulta circa tre volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da quattro mesi, 41 ricoveri per 100mila abitanti, e circa cinque volte più alto rispetto ai vaccinati con dose, aggiuntiva/booster, che è di 26 ricoveri per 100mila abitanti). Sul fronte della campagna vaccinale al 13 aprile, riferisce l’istituto s nel suo report esteso pubblicato oggi, sono state somministrate 136.217.649 dosi e nella fascia tra i 5 e gli 11 anni, in cui la vaccinazione è iniziata il 16 dicembre 2021, al 13 aprile si registra una copertura con una dose pari a 3,6% e con due dosi pari a 33,9%.
I casi 0-19 anni
Dall’inizio dell’epidemia sono stati diagnosticati 3,5 milioni di casi Covid nella popolazione 0-19 anni, di cui 17.037 ospedalizzati, 380 ricoverati in terapia intensiva e 53 deceduti, evidenzia il report esteso dell’Istituto superiore di sanità, sottolineando che questa settimana è in diminuzione la percentuale dei casi segnalati nella popolazione in età scolare (21%) rispetto al resto della popolazione. Nell’ultima settimana il 17% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nei bambini sotto i 5 anni, il 43% nella fascia d’età 5-11 anni, il 39% nella fascia 12-19 anni. Stabile il tasso di ospedalizzazione in tutte le fasce d’età nella popolazione 0-19 ani ad eccezione della fascia sotto i 5 anni in cui risulta in diminuzione rispetto alla settimana precedente, benché i dati riferiti all’ultima settimana siano da considerare in via di consolidamento, riferisce l’istituto. È nella fascia 10-19 anni, inoltre, rileva l’Iss, che si registra il più alto tasso di incidenza a 14 giorni, pari a 1.881 per 100.000, mentre nella fascia di età over 80 si registra il valore più basso, 1.151 casi per 100.000 abitanti.