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Israele, Netanyahu prolunga il lockdown: “Durerà più di un mese”

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E’ stato il primo (e finora unico) Paese a tornare al lockdown dei giorni peggiori della pandemia. Ora Israele annuncia, attraverso il premier Benjamin Netanyahu, che il periodo di chiusura totale sarà prolungato più del previsto. Almeno un mese, forse più, comunque il tempo necessario per far rientrare un’emergenza sanitaria che ha costretto il governo israeliano a predisporre una nuova misura drastica. Ad anticipare le parole del premier Netanyahu, il ministro della Sanità, Yuli Edelstein, che aveva già tracciato il preoccupante quadro sanitario del Paese. Il punto è cercare di mantenere il controllo della situazione, disincentivando gli assembramenti e le uscite prolungate. L’invito del leader israeliano è rivolto a tutti i cittadini, ai quali chiede di “obbedire alle regole, senza eccezione”, per non incorrere in sanzioni quali la sospensione degli aiuti economici.

Israele, emergenza sanitaria

Per il momento, il lockdown è previsto fino all’11 ottobre, ovvero fino alla fine delle festività ebraiche. Quasi un mese esatto, visto che l’ordinanza ha preso il via il 18 settembre scorso, alla vigilia del Rosh Hashana, il Capodanno ebraico. Il prolungamento sarebbe stato deciso in virtù degli incrementi dei contagi e, soprattutto, dei malati in condizioni gravi (811). Inoltre, Israele ha superato la soglia dei 1500 morti, con un numero di casi attivi a oltre 65 mila.

Covid e crisi politica

E, se almeno inizialmente era stata riconosciuta un’azione tutto sommato positiva in termini di contenimento, ora la situazione inizia a complicarsi. Portando sul piano del Covid-19 una crisi politica interna (tre elezioni in meno di un anno) che aveva già fatto danni nel tessuto sociale israeliano. E che le nuove misure di contenimento non sembrano aver aggiustato.

Damiano Mattana: