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Israele, dove andranno gli ostaggi dopo la liberazione

La prima tappa, per i primi 13 rilasciati, sarà presso la base di Hatzerim. Poco dopo la tregua, spari al confine tra il settore nord e sud della Striscia di Gaza

I primi 13 ostaggi che saranno rilasciati da Hamas saranno trasferiti in Israele, presso la base militare di Hatzeirm. Tentativi di passaggio dal settore nord a sud, poco dopo il cessate il fuoco: uccisi due palestinesi.

Gli ostaggi andranno ad Hatzerim

Gli ostaggi, una volta usciti dal valico di Rafah, saranno consegnati ad Israele in “prossimità del confine”, e poi saranno trasferiti in Israele nella base militare di Hatzerim, nel sud del Paese. Il trasbordo – secondo quanto si è appreso da fonte ufficiale e ripreso dai media – avverrà probabilmente con elicotteri militari. A bordo di ogni velivolo ci sarà una equipe medica per assistere gli ostaggi. Le tv hanno mostrato le cuffie speciali che saranno date ai più piccoli per attutire il rumore.

Caos al confine

Due palestinesi sono rimasti uccisi oggi dal fuoco di militari israeliani quando hanno tentato di passare nelle prime ore del cessate il fuoco dal settore sud a quello nord della striscia di Gaza, malgrado gli avvertimenti dell’esercito israeliano. Lo ha riferito l’ospedale Shuhada di Deir el-Ballah, nel sud della Striscia dove sono stati trasportati diversi palestinesi feriti in quell’incidente, avvenuto nella arteria Sallah-a-din. In seguito due dei feriti sono deceduti.

L’avvertimento egiziano

“L’Egitto non consentirà lo sfollamento forzato”. Lo ha ribadito il presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi in una conferenza stampa con i primi ministri spagnolo Pedro Sánchez e belga Alexander De Croo. “In Egitto abbiamo accolto nove milioni di persone, ma ciò è avvenuto in circostanze diverse rispetto alla Striscia di Gaza. Avevano problemi di sicurezza nei loro Paesi, come Siria, Libia, Yemen, Iraq o Sudan. Ma la situazione nella Striscia è totalmente diversa, ha continuato Al-Sisi.

“Far riconoscere lo Stato palestinese”

“Non permetteremo né accetteremo lo spostamento forzato o la liquidazione della causa palestinese”, ha insistito. “Dobbiamo agire diversamente: far riconoscere lo Stato palestinese da parte della comunità internazionale e dalle Nazioni Unite. Al momento – ha aggiunto – si tratta di contenere l’escalation e fornire assistenza. L’Egitto ha fornito quasi il 70-75% degli aiuti nonostante le sue condizioni economiche, ma la comunità internazionale deve fornire aiuti sufficienti per 2,3 milioni di persone” .

Fonte: Ansa

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