Aveva le mani e i piedi legati con del nastro adesivo e un profondo taglio alla gola. Così è stato ritrovato nei pressi di una chiesa il corpo senza vita del 17enne di Pesaro, Ismaele Lulli, scomparso dalla sua casa nella giornata di domenica. La madre ne aveva denunciato la scomparsa ai carabinieri dopo aver ricevuto un sms dove il figlio le diceva di voler cambiar vita, di volersi trasferire a Milano. Ma è stata la frase conclusiva del messaggio a far preoccupare la donna. Infatti Ismaele le aveva scritto “Vi prego, non cercatemi”.
A fare la macabra scoperta è stato un passante. Il corpo del ragazzo era stato abbandonato nella contrada San Martino in Selva Nera, a quattro chilometri da Sant’Angelo in Vado – provincia di Pesaro e Urbino – dove risiedeva con la madre e la sorella. Il cadavere del giovane, completamente ricoperto di sangue, era in un piccolo quadrato di terra, circa dieci metri per dieci, a lato di una parete rocciosa dove c’è una croce in ferro circondata da cipressi.
Le forze dell’ordine che si stanno occupando del caso hanno ipotizzato che il giovane sia stato ucciso in un altro luogo e poi abbandonato nel posto in cui è stato ritrovato. Lo farebbero pensare le tracce ematiche rinvenute lungo il percorso. Inoltre sembrerebbe che nei pressi del boschetto i carabinieri abbiano trovato due zainetti e indumenti sporchi di sangue, elementi utili per risalire all’omicida. Ora i militari dell’arma stanno setacciando la zona alla ricerca dell’arma del delitto.
Inoltre, i carabinieri del comando provinciale di Pesaro che conducono le indagini, coordinati dal sostituto procuratore di Urbino, Irene Liullu, stanno visionando anche il profilo Facebook, dove il ragazzo postava le sue riflessioni, consultava gruppi di discussione sulla cannabis ed esprimeva la sua passione per un certo tipo di musica tecno. Proprio per questo gli inquirenti non escludono che l’omicidio possa avere a che fare con il mondo della droga.
Intanto sono stati fermati due albanesi, sospettati di essere coinvolti nell’omicidio. Sono amici della
vittima, entrambi ventenni (20 e 21 anni). A loro i carabinieri sarebbero risaliti attraverso i tabulati telefonici del cellulare di Ismaele.
“Una vittima del nostro tempo, i nostri giovani hanno un vuoto gestionale dai 13 ai 18 anni. – ha dichiarato il sindaco di Sant’Angelo in Vado, Giannalberto Luzi – E’ una morte diversa da quella del ragazzino di Riccione che ha preso l’ecstasy, ma forse è anche simile”.