Islanda, minacce di eruzione: evacuata Grindavik

Eruzione vulcano Islanda

Foto di Tetiana Grypachevska su Unsplash

Il governo islandese accelera con le misure di prevenzione, in previsione di una possibile intensificazione dell’attività vulcanica nella regione. A scopo precauzionale, è stata evacuata la cittadina portuale di Grindavik, 4 mila abitanti circa, esposta al serio rischio di distruzione qualora dovesse verificarsi un’eruzione. Alcuni danneggiamenti hanno già riguardato strade ed edifici, lesionati dalle scosse sismiche (più di mille nelle ultime ore, di intensità variabile) e dal sollevamento del terreno. Inoltre, Grindavik, situata nel sud-ovest dell’Islanda, è distante appena 40 chilometri da Reykjavyk, nonché molto vicina alla centrale geotermica di Svartsengi, principale sostegno energetico per circa 30 mila abitanti della penisola di Reykjanes. Le autorità hanno già dichiarato lo stato di emergenza.

Eruzione probabile

Il responsabile della Protezione civile islandese, Vidir Reynisson, ha definito la situazione critica: “Siamo molto preoccupati per le case e le infrastrutture della zona”, ha detto, segnalando un’importante attività vulcanica prevista dagli esperti, con ampi movimenti di magma al di sotto della crosta terrestre. Segnali che, a quanto sembra, sarebbero indicatori di un’imminente eruzione. Evento estremamente probabile, anche se non temporalmente fissabile: i vulcanologi hanno parlato di ore oppure di qualche giorno. A scopo preventivo, anche la stazione termale Blue Lagoon, meta turistica estremamente popolare, è stata chiusa nei giorni scorsi.

Una faglia di 15 km

Al momento, è stata evidenziata una faglia di 15 chilometri, ognuno dei quali potrebbe essere il luogo dell’eventuale eruzione. Lo stesso Reynisson ha fatto sapere che non è possibile escludere nemmeno un’eruzione sottomarina, dal momento che “la faglia finisce in mare”. Tuttavia, non sarebbe questo lo scenario più probabile. Un evento eruttivo sarebbe potenzialmente devastante per Grindavik ma potrebbe causare disagi estremi anche allo spazio aereo, come accaduto con l’eruzione del vulcano Eyjafjallajoekull nel 2010, che portò alla cancellazione di 100 mila voli. E conseguenti disagi a 10 milioni di viaggiatori.

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