Iran, la denuncia di Amnesty: “Trentenne morto dopo le torture”

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Un uomo di circa trent’anni, Mehdi Zare Ashkzari, è morto in Iran dopo venti giorni di coma. Conseguenza delle torture subite dopo essere stato arrestato dalla polizia iraniana e, secondo Amnesty International, rilasciato per evitare che il decesso avvenisse in cella. È stata proprio la sezione italiana dell’organizzazione internazionale che difende i diritti umani a rivelare i primi dettagli sulla vicenda. Anche perché Ashkzari, in passato, ha studiato farmacia presso l’Università di Bologna, per poi far ritorno in patria un paio d’anni fa. Università di Bologna che, come ricordato in un messaggio da Patrick Zaki (studente dell’ateneo felsineo, detenuto per due anni in carcere in Egitto), ha “ora una nuova vittima della libertà di espressione. Purtroppo, questa volta, era troppo tardi per salvarlo”.

La morte in Iran

L’ennesimo caso sconvolgente legato alle proteste che ormai da mesi attraversano l’Iran. Ashkzari si era iscritto all’università nel 2015, svolgendo anche un lavoro parallelo come aiuto cuoco in una pizzeria per contribuire al mantenimento degli studi. Due anni fa, secondo le testimonianze dei suoi compagni di corso, il ritorno in Iran per assistere la madre malata (e poi deceduta). A quanto sembra, l’uomo si era unito alle proteste di massa dei giovani iraniani, iniziate a seguito della morte della ventiduenne Mahsa Amini. Secondo alcuni testimoni citati dall’Ansa, la notizia del decesso di Mehdi sarebbe stata diffusa in ritardo dalla famiglia per evitare problemi con il rilascio del corpo. Sul quale, secondo Amnesty, sarebbero evidenti i segni delle torture subite.

Indignazione a Bologna

Dopo aver appreso della morte dell’ex studente, l’Università e la città di Bologna hanno manifestato vicinanza ai suoi familiari. L’ateneo, tramite il rettore Giovanni Molari, ha fatto sapere di aver accolto la notizia “con sgomento, dolore, indignazione ed esprimiamo il nostro cordoglio alla famiglia e la nostra solidarietà a tutte le iraniane e a tutti gli iraniani che, anche nelle Università, stanno lottando e soffrendo per i valori che ci sono più cari”. Durante la marcia della pace svolta in città, la vicesindaca di Bologna, Emily Clancy, ha diffuso un messaggio per il giovane: “Da Bologna mandiamo un pensiero molto forte alla famiglia di Mehdi Zare Ashkzari. A tutti coloro che lottano per la libertà di donne e uomini in Iran. Mandiamo un forte abbraccio di fratellanza e sorellanza alla comunità iraniana”.

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