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L’informativa del ministro Larmogese sulle manifestazioni studentesche

Il titolare del Viminale ha riferito alle Camere dei deputati sulla gestione dell'ordine pubblico durante le dimostrazioni degli studenti

Nel corso dell’informativa sulle manifestazioni studentesche organizzate in tutta Italia dopo la morte di Lorenzo Parelli, il 18enne deceduto l’ultimo giorno in uno stage aziendale durante il periodo dell’alternanza scuola-lavoro, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese riferisce prima al Senato poi alla Camera che erano presenti militanti dei centri sociali e dei gruppi anarchici e c’era la volontà di arrivare allo scontro con le forze dell’ordine. “E’ inaccettabile la morte del giovane Lorenzo Parelli, che ha originato manifestazioni di solidarietà e proteste da parte dei suoi coetanei”, ha detto la titolare del Viminale, “le proteste giovanili esprimono anche voglia di partecipazione di un mondo, quello giovanile, che durante la pandemia ha sofferto l’isolamento, sono un segnale di vitalità della nostra democrazia. Ma la democrazia ha delle regole dalle quali non si può prescindere”.

Le manifestazioni

“Una prima manifestazione estemporanea e non ritualmente preavvisata – ha spiegato il ministro – si è svolta a Roma il 23 gennaio” “per una presenza complessiva di circa 200 persone. Le attività informative di polizia avevano fatto emergere la precisa intenzione di alcuni partecipanti appartenenti ai centri sociali capitolini e aderenti a gruppi di matrice anarchica di trasformare la stessa manifestazione in un’occasione di scontro fisico con la polizia”. In questo caso, ha sottolineato, “l’intenzione di arrivare ad uno scontro con i rappresentanti delle forze dell’ordine era testimoniata anche dal travisamento di alcuni dei manifestanti con caschi, cappucci e soprattutto dal ripetuto lancio di fumogeni e bombe carta contro gli appartenenti alle forze dell’ordine, alcuni dei quali raggiunti da calci e pugni”. Analoghe ‘infiltrazioni’, ha proseguito la titolare del Viminale, sono state registrate nelle manifestazioni del 28 gennaio a Torino, con il centro sociale Askatasuna protagonista, a Milano con “soggetti appartenenti all’area antagonista e anarchica” ed a Napoli, dove c’è stata “l’aggressione di soggetti estranei al movimento studentesco, essendosi evidenziata la presenza di appartenenti a centri sociali e al sodalizio disoccupati 7 novembre”. “Chi è chiamato ad esercitare le responsabilità istituzionali ed operative per la sicurezza pubblica“, prosegue Lamorgese “deve riflettere a fondo quando si verificano fatti incresciosi come quelli del 28 gennaio, che hanno causato danni a persone estranee al gruppo dei facinorosi. La via maestra è il confronto“. Aggiungendo poi che il “4 febbraio le iniziative si sono svolte senza criticità per la moderazione della protesta e per un più intenso dialogo con gli studenti. Flessibilità ed equilibrio sono qualità che hanno le forze dell’ordine ed io sono certa ne faranno ampio uso: ho fiducia in loro”.

“La democrazia ha delle regole”

“E’ inaccettabile la morte del giovane Lorenzo Parelli, che ha originato manifestazioni di solidarietà e proteste da parte dei suoi coetanei”, ha detto Lamorgese, aggiungendo che “le proteste giovanili esprimono anche voglia di partecipazione di un mondo, quello giovanile, che durante la pandemia ha sofferto l’isolamento, sono un segnale di vitalità della nostra democrazia. Ma la democrazia ha delle regole dalle quali non si può prescindere. Serve il bilanciamento del diritto di manifestare e la tutela della salute pubblica”.

Bodycam

L’impiego delle bodycam da parte degli operatori impegnati nei servizi di ordine pubblico è “un passo importante, destinato a rinsaldare ulteriormente i sentimenti di vicinanza e affetto che legano i cittadini italiani alle forze di polizia, garanti della difesa delle libertà civili sancite dalla Costituzione della Repubblica”, ha illustrato poi il ministro dell’Interno. “Il livello complessivo di efficacia dell’operato delle forze di polizia dipende in misura non secondaria dalla qualità delle dotazioni tecniche a loro disposizione, da quelle che hanno come fine la tutela dell’incolumità degli operatori fino ai dispositivi che garantiscono la trasparenza della loro attività e rendono sempre possibile ricostruire l’esatto andamento dei fatti”. In merito alle manifestazioni oggetto dell’informativa Lamorgese ha ricordato che “l’intera documentazione visiva, sia quella ripresa dalla Polizia scientifica, sia quella acquisibile da fonti aperte, è stata messa immediatamente a disposizione dell’autorità giudiziaria, come accade in tutti i casi in cui, nel corso di manifestazioni pubbliche, avvengano fatti integranti ipotesi di reato. La magistratura inquirente, pertanto, è nelle piene condizioni di accertare la dinamica dei fatti e le responsabilità connesse a tali accadimenti, comprese quelle eventualmente riconducibili alla condotta degli operatori di Polizia”.

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