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India, il Covid fa strage: il Paese è in ginocchio

La progressione dei contagi tocca il record giornaliero di oltre 392 mila, con più di 3.680 vittime. Avviata la campagna vaccinale

I contorni dell’emergenza sono sempre più drammatici in India, dove la progressione del Covid viaggia a ritmi infernali. Nelle ultime 24 ore si è toccato un nuovo record giornaliero di contagi, con oltre 392 mila registrati. Numeri che proiettano il Paese ben oltre quota 400 mila casi, toccata nella giornata di ieri. Anche sul piano dei decessi la situazione è drammatica: 3.689, per un totale di 215 mila. Si tratta del quarto Paese al mondo per numero di vittime, dietro ai soli Stati Uniti, Brasile e Messico. Secondo posto, invece, per quanto riguarda il numero di contagi: superati i 19 milioni e mezzo dall’inizio della pandemia.

Vaccini e ossigeno, India in deficit

Nel frattempo, il governo prova a contrastare la progressione del virus attraverso la campagna vaccinale, iniziata ieri. Al momento, sarebbe stato vaccinato il 9,2% della popolazione indiana, pari a 127 milioni di persone. La vaccinazione riguarda tutti i cittadini over 18 ma, per ora, le dosi disponibili sarebbero fin troppo esigue. Dalla giornata di sabato è disponibile il primo lotto del vaccino russo Sputnik-V. L’obiettivo era quello dei 250 milioni di vaccinati entro luglio (su 1,3 miliardi di persone). A ora lontanissimo. E anche su altri fornti le scorte sarebbero limitate, in primis quelle di ossigeno: nella giornata di ieri, secondo The Times of India, l’ospedale di Nuova Delhi sarebbe rimasto senza disposizione di ossigeno per oltre un’ora.

L’ipotesi lockdown

Accanto alle misure immunitarie, tuttavia, si impongono anche altri provvedimenti restrittivi. Secondo l’immunologo statunitense Anthony Fauci, consulente medico della Casa Bianca, l’India deve provvedere all’istituzione di un lockdown rigido per frenare l’ondata di contagi. Una misura sulla quale il governo indiano sta ragionando senza tuttavia aver ancora preso una decisione. Durante la fase più acuta della pandemia, la chiusura totale aveva condizionato in modo severo l’economia interna, specie quella informale, sulla quale si basano buona parte degli introiti per la classe meno abbiente.

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