Il fanatismo religioso fa un’altra vittima in India, dove un bambino di appena di 4 anni è stato decapitato per omaggiare Kalì, controversa divinità indù. Il fatto è avvenuto nel villaggio di Pokuru, situato nel distretto Prakasam dell’Andhra Pradesh. Il killer sarebbe P. Tirumala Rao, un 35enne catturato dagli abitanti poco dopo il ritrovamento del corpo senza testa del piccolo. Violenza chiama violenza in una spirale di sangue. L’uomo è stato, infatti, linciato e legato a un albero dalla folla inferocita, cosparso di cherosene e dato alle fiamme. Ma è stato salvato dal provvidenziale intervento della polizia che ha posto fine alla “giustizia” di popolo. Ora è ricoverato in condizioni gravissime, con ustioni sul 40% del corpo.
Secondo la prima ricostruzione il presunto maniaco avrebbe rapito il bimbo mentre tornava a casa da scuola, gli avrebbe tagliato la testa e offerto il sangue alla dea, nella convinzione di ottenere così poteri occulti e ricchezza. Le forze dell’ordine sospettano che il piccolo prima di essere decapitato sia stato strangolato. “Nell’abitazione dell’imputato abbiamo trovato una corda probabilmente usata per strangolare il piccolo”, ha detto un ufficiale. Recuperata anche la falce utilizzata per l’omicidio. L’induismo in India ha una tradizione secolare di sacrifici umani per placare le divinità, ottenere la prosperità o tenere lontano il male. Lo scorso maggio una folla inferocita aveva linciato un uomo accusato di aver decapitato un bambino di cinque anni, in una piantagione di tè nel distretto di Sonitpu, nello Stato di Assam.