La Turchia ripiomba nell’incubo terrorismo. A pochi giorni dalla strage di Istanbul una fortissima esplosione si è verificata davanti al tribunale di Smirne, seguita da una sparatoria con alcuni terroristi. Due attentatori sarebbero rimasti uccisi mentre i media locali, a cominciare dalla Cnn Turk, riferiscono di diversi feriti, almeno undici, tra cui alcuni poliziotti, ricoverati negli ospedali della zona. Bombe, urla, panico, spari. Sono queste le immagini riprese con i telefonini o dalle telecamere di sorveglianza. Sul luogo dell’attentato si sono recati decine di agenti e numerose ambulanze. Una densa colonna di fumo dopo l’esplosione si è levata nel cielo della città che si trova lungo la costa dell’Egeo. Secondo le autorità locali si è trattato di un’autobomba mentre fonti di polizia parlano di caccia a un terzo attentatore. Nello scontro a fuoco con i killer sono rimasti uccisi anche un agente di polizia e un dipendente del tribunale. Proprio ieri a Smirne era scattata una vasta operazione delle forze dell’ordine nell’ambito delle indagini sull’attacco di Capodanno al Reina di Istanbul che aveva portato all’arresto di 27 persone, componenti di tre famiglie sospettate di essere complici dell’attentatore ricercato. Tuttavia mentre il vicepremier turco, Veysi Kaynak, ha detto alla tv A Haber che l’attentatore di Istanbul è “probabilmente un uiguro“, la minoranza turcofona e musulmana che vive nello Xinjiang cinese, avvalorando l’ipotesi di una cellula dell’Isis, per l’attentato di Smirne sembra privilegiata la pista del Pkk, il partito dei lavoratori curdi, almeno stando al governatore della città, Erol Ayyildiz, secondo cui i terroristi avevano addosso 8 bombe a mano e hanno anche fatto esplodere un altro veicolo dopo la prima autobomba. Lo stesso Ayyildiz ha detto che è stato evitato un bilancio ancora più pesante perché i terroristi sono stati fermati prima di riuscire ad entrare nel tribunale.
L’attacco arriva in un momento di grande tensione per la Turchia. Proprio questa mattina, infatti, sono state emesse le prime due sentenze, all’ergastolo, per ufficiali dell’esercito turco accusati di essere coinvolti nel fallito golpe del luglio scorso, nei confronti di un colonnello e di un maggiore.