Improvvisa accelerazione dell’attività eruttiva sull’Etna. La notte scorsa è stato registrato un incremento dell’attività stromboliana al Nuovo Cratere di Sud Est dove una nuova fase esplosiva ha prodotto una nube di cenere vulcanica che ha raggiunge i 4.500 metri di altezza per poi disperdersi in direzione sud-ovest.
Etna
L’Etna (o Mongibello), con i suoi 3.326 metri s.l.m, è il più alto vulcano attivo terrestre della placca euroasiatica. Le sue frequenti eruzioni nel corso della storia hanno modificato, a volte anche profondamente, il paesaggio circostante, arrivando più volte a minacciare le popolazioni che nei millenni si sono insediate intorno a esso. Il 21 giugno 2013 la 37esima sessione del Comitato Unesco ha inserito il Monte Etna nell’elenco dei beni costituenti il Patrimonio dell’umanità. L’Etna è un vulcano attivo che, a differenza dello Stromboli (che è in perenne attività) e del Vesuvio (che alterna periodi di quiescenza a periodi di attività parossistica) è sempre sovrastato da un pennacchio di fumo.
Pennacchio di fumo
Il fenomeno odierno, secondo l’osservatorio etneo dell’Ingv di Catania, dopo tre ore ha avuto una forte diminuzione con l’emissione di cenere confinata tutta nella zona sommitale del vulcano. Non ha subito modificazioni in vece l’attività esplosiva al cratere Voragine con periodica emissione di cenere che si disperde rapidamente in prossimità dell’area sommitale. L’ampiezza del tremore vulcanico è in decremento e ora è su valori medi. La sorgente del tremore è nell’area del Nuovo Cratere di Sud- Est ad una profondità media di 2.8 km sopra il livello del mare. Per quanto riguarda l’attività infrasonica non si registrano variazioni sostanziali, ma è da segnalare uno spostamento delle sorgenti nell’area del cratere di Nord-Est.