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IMPRESENTABILI: C’E’ ANCHE DE LUCA, GUERRA NEL PD

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C’è anche il candidato presidente della Campania Vincenzo De Luca nella lista degli impresentabili presentata dalla commissione Antimafia, presieduta da Rosy Bindi. Un nome, quello dell’attuale sindaco Pd di Salerno, a favore del quale il premier Matteo Renzi e il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, si erano spesi in prima persona, affermando che fosse “eleggibile” nonostante la condanna per abuso d’ufficio. La decisione della Commissione sta già aprendo una voragine all’interno del Partito Democratico che sa tanto di resa dei conti tra minoranza e Giglio Magico (la corrente di Renzi). Il presidente Matteo Orfini ha puntato il dito contro la Bindi accusata di “riportare i processi di piazza”. “Quello che sta accadendo in queste ore è davvero incredibile – ha commentato a caldo Orfini – . Siamo in uno stato di diritto in cui le sentenze le emette la magistratura e in cui la candidabilità o meno di qualcuno la decide la legge. Un Paese in cui si è innocenti fino al terzo grado di giudizio”. Orfini ha definito “incredibile istituzionalmente, giuridicamente e politicamente” l’iniziativa del presidente dell’Antimafia. “Dispiace – ha sottolineato – che a rendersi protagonista di un gesto del genere sia Rosi Bindy, che evidentemente ha deciso di piegare le istituzioni ai propri obiettivo di battaglia interna al Partito democratico”. Orfini si è detto, in ogni caso, “sereno” annunciando che nel pomeriggio sarà in Campania “per dare una mano alla campagna elettorale”.

La Bindy, denunciata da De Luca per diffamazione dopo la pubblicazione della black list, si è difesa in conferenza stampa. “Abbiamo ricevuto accuse sul fatto che la nostra è un’ingerenza nella campagna elettorale – ha detto – e sul fatto che rendiamo nota la lista l’ultimo giorno. E’ proprio per il fatto che li comunichiamo l’ultimo giorno che non entriamo nella competizione elettorale”. La deputata dem ha chiarito che “nello svolgimento delle funzioni istituzionali di vigilanza e monitoraggio che la legge assegna alla Commissione su questa delicata materia, non vi è stata alcuna forzatura né tanto meno una fuga in avanti per condizionare la competizione elettorale. Al contrario, abbiamo offerto una prova di coerenza con gli impegni che tutta la Commissione aveva sottoscritto, approvando il codice. Impegni che l’ufficio di presidenza, allargato ai capigruppo, ha ritenuto opportuno attuare con un obiettivo e un metodo sempre condivisi”. Si è dunque trattato, ha proseguito, si una “scelta di trasparenza e responsabilità verso gli elettori che crediamo faccia onore a tutti i gruppi parlamentari che siedono nella Commissione”. Con i 12 indicati oggi salgono a 16 i candidati dichiarati “impresentabili” dall’Antimafia, 4 si presentano in Puglia e gli altri per la Campania. Andiamo a vedere quali sono:

1) Antonio Ambrosio, candidato nella lista di Forza Italia a sostegno di Stefano Caldoro, già condannato nel 1999 per concussione, reato poi estinto grazie al patteggiamento, è stato sottoposto a giudizio nuovamente nel 2013 per tentata concussione.

2) Luciano Passariello, candidato nella lista Fratelli d’Italia, a sostegno di Caldoro, rinviato a giudizio per impiego di denaro di provenienza illecita e abuso dei poteri inerenti una pubblica funzione.

3) Sergio Nappi, candidato nella lista Caldoro Presidente, rinviato a giudizio per tentata concussione.

4) Fernando Errico, candidato nella lista Ncd Campania Popolare, a sostegno di Caldoro, è stato rinviato a giudizio per concussione e concussione continuata.

5 )Francesco Plaitano, candidato nella lista Popolari per l’Italia, a sostegno di Caldoro, risulta imputato per associazione mafiosa, condannato in primo grado alla pena di 4 anni di reclusione per estorsione su cui pende però un processo di appello.

6) Antonio Scalzone, candiato nella lita Popolari per l’Italia con Caldoro, rinviato a giudizio per associazione mafiosa.

7) Raffaele Viscardi, candidato nella lista Popolari per l’Italia con Caldoro, rinviato a giudizio per abuso di ufficio e corruzione.

8) Domenico Elefante, candidato nella lista Centro democratico – Scelta civica, a sostegno di Vincenzo De Luca, è stato condannato in primo e secondo grado per il delitto di concussione commesso nel 1996 ma nel 2014 la Cassazione ha dichiarato la prescrizione del reato.

9) Vincenzo De Luca, candidato alla presidenza della Regione Campania, condannato in via non definitiva per abuso d’ufficio.

10) Carmela Grimaldi, candidata nella lista Campania in Rete che sostiene De Luca, per concorso esterno in associazione mafiosa e partecipazione ad associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, assolta in primo grado attende l’appello.

11) Alberigo Gambino, candidato nella lista Meloni Fratelli d’Italia An, che sostiene Caldoro, per concussione, violenza privata, condannato in primo grado alla pena di 2 anni e 10 mesi, attende l’appello.

12) Alessandra Lonardo, moglie di Clemente Mastella, candidata con Forza Italia

13) Giovanni Copertino, Fi, nella lista della Poli Bortone, è indagato per corruzione dalla procura di Bari, reato dichiarato in primo grado prescritto, ma ora in attesa di appello.

14) Fabio Ladisa, nella lista “Popolari per Emiliano”, rinviato a giudizio per furto aggravato, tentata estorsione e truffa.

15) Massimiliano Oggiano, lista “Oltre con Fitto” guidata da Schittulli. Risulta imputato presso il tribunale di Brindisi per associazione mafiosa, corruzione elettorale con aggravante mafiosa. La Procura di Lecce ha comunicato che il candidato è stato assolto in primo grado e pende appello, l’udienza è fissata per il 3 giugno 2015.

16) Enzo Palmisano, lista Movimento politico per Schittulli, Area popolare. Coinvolto in un processo per corruzione, associazione a delinquere, truffa: condannato in primo grado, prescritto in appello, il processo pende in Cassazione.

Luca La Mantia: