Si chiude con due singolari record il processo di impeachment per Donald Trump. Il Tycoon è infatti l’unico presidente a essere arrivato per due volte al pronunciamento del Senato al culmine di un procedimento e, soprattutto, il solo ad averlo fatto dopo essere già stato rimpiazzato da un successore alla Casa Bianca. Per questo i numeri assumono un’importanza relativa: 57 voti a favore della condanna, fra i quali 7 repubblicani. Per la condanna ne sarebbero serviti 67.
Trump rilancia
Lo sbilanciamento a favore del sì, quindi, conta poco. Tanto che Trump tira nuovamente fuori il paragone con la caccia alle streghe e cerca di rilanciare, più che di rivendicare, l’azione intrapresa fin qui: “Il nostro meraviglioso movimento storico e patriottico per fare l’America di nuovo grande è solo all’inizio, nei prossimi mesi avrò molto da condividere con voi e non vedo l’ora di continuare il nostro incredibile viaggio insieme per conseguire la grandezza americana per tutti”.
Rischio storico
In sostanza, Trump prova a riguadagnare punti nell’opinione degli americani dopo gli eventi di Capitol Hill. E per farlo cerca di far leva sul pronunciamento del Senato, che ancora una volta lo allontana dalle conseguenze di un impeachment approvato. Anche se, in realtà, per le stesse ragioni che hanno reso il procedimento un unicum nella storia degli Stati Uniti, un voto favorevole della Camera Alta avrebbe assunto connotati difficilmente replicabili in futuro.
McDonnell: “Trump moralmente responsabile”
Resta il fatto che, pur superando un nuovo scoglio, i fatti del Congresso restano impressi nell’immaginario collettivo come il canto del cigno della presidenza Trump. E a ricordarlo non è né il neo-presidente Joe Biden né altre personalità di spicco dei democratici, ma nientemeno che il leader dei repubblicani in Senato, Mitch McConnell. Per lui, che pure ha votato a favore dell’assoluzione, Donald Trump resta “praticamente e moralmente responsabile” di quanto accaduto. La speaker della Camera, Nancy Pelosi, non perdona allo stesso McConnell di aver votato contro la condanna. Anzi, fa esplicito riferimento al “gruppo di repubblicani codardi che hanno avuto paura di fare il loro lavoro rispettando l’istituzione in cui servono”.