La bozza del recovery plan che è all’esame del consiglio dei ministri prevederebbe risorse per circa 196 miliardi. Secondo le prime indiscrezioni, il governo sarebbe pronto ad agire su sei macroaeree di un piano nazionale che vedrebbe al primo posto l’area “green” con una destinazione di oltre 74 miliardi di euro. A seguire il progetto del governo prevederebbe la digitalizzazione (sarebbe previsto un servizio civile digitale per circa 4500 giovani), le infrastrutture per una modalità sostenibile, l’istruzione e la ricerca, la parità di genere e la sanità. Le altre indiscrezioni riguardano la riforma fiscale con la quale si punta a ridurre le tasse sui redditi medi, quantificati nell’ambito di 40-60 mila euro. L’attuazione del piano sarà seguita da un comitato di “responsabilità sociale” ed ogni settore sarà coordinato da un responsabile.
Il consiglio dei ministri
“Un progetto chiaro, condiviso e coraggioso per il futuro del Paese” lo ha definito il premier Conte che ha presieduto un Consiglio dei Ministri lunghissimo, caratterizzato da molti stop and go, uno dei quali dovuto alla positività al Covid del ministro degli interni Lamorgese che lo ha appreso proprio nel corso della riunione. I ministri erano tutti con la mascherina e distanziati, fanno sapere da Palazzo Chigi. La riunione è quindi ripresa. Ci sono poi i nodi politici legati alla piramide organizzativa con il ministro Bellanova di Italia Viva che ha dichiarato di non voler votare “un testo al buio”.
L’Ue aspetta il piano italiano
A Bruxelles attendono il piano italiano sul recovery. Il testo non è ancora arrivato, fa sapere il commissario Gentiloni, ed aggiunge che “sono moltissimi i Paesi che non hanno ancora presentato il loro piano”. Per definire il quale ci sarà in serata un nuovo incontro tra il premier Conte ed i capidelegazione del Governo. Appare probabile una nuova riunione del Cdm nella giornata di mercoledì. Si tratterà di una giornata molto delicata per la tenuta del governo. Proprio mercoledì infatti ci sarà il voto in Parlamento sulla riforma del Mes.
Il voto di mercoledì e la tenuta del governo
Particolarmente a rischio la situazione al Senato: si sta cercando di ridurre al massimo il numero dissidenti del Movimento 5 Stelle a Palazzo Madama, un numero che oscillererebbe tra i sei ed i sedici senatori. Gli irriducibili del no del gruppo pentastellato chiedono un rinvio della riforma e la situazione appare al momento abbastanza fluida. Per il PD il voto a sostegno del Mes è fondamentale. La risoluzione di maggioranza sul Mes al Senato sarebbe stata depositata senza la firma di Italia Viva. Probabilmente arriverà il voto positivo di 3 senatori dell’Udc e di altri 3 senatori ex di Forza Italia.
Il centrodestra contrario alla riforma del Mes
Il centrodestra conferma il suo no. Tajani di Forza italia ribadisce la contrarietà di Berlusconi. Mentre la Lega auspica che il Movimento 5 Stelle sia coerente nel votare no al Mes. Contrari al Mes anche i senatori di Fratelli d’Italia.
La situazione è molto fluida, e gli occhi di tutti sono puntati sulla seduta di mercoledì al Senato.