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IL PAPA AI TERREMOTATI: “PRESTO SARÒ DA VOI COME UN PADRE VICINO AI FIGLI CHE SOFFRONO”

“Appena possibile verrò a trovarvi”. Con queste parole, Papa Francesco si è rivolto all’Angelus, pregato quest’oggi in una piazza San Pietro afosa e gremita di pellegrini, alle popolazioni del Centro Italia, colpite dal terremoto che ha scosso Lazio, Marche e Umbria. Bergoglio ha sottolineato la vicinanza della Chiesa a quanti soffrono a causa del sisma, elogiando l’impegno dei soccorritori e di quanti si stanno prodigando per portare soccorso e solidarietà.

Gli abitanti di Amatrice, di Accumoli, di Arquata e Pescara del Tronto, di Norcia sono entrati nel cuore di Francesco. Bergoglio sottolinea la vicinanza della Chiesa a chi soffre e il suo desiderio di visitare quanto prima le zone terremotate: “Ancora una volta dico a quelle care popolazioni che la Chiesa condivide la loro sofferenza e le loro preoccupazioni, prega per i defunti e per i superstiti. La sollecitudine con cui Autorità, forze dell’ordine, protezione civile e volontari stanno operando, dimostra quanto sia importante la solidarietà per superare prove così dolorose. Cari fratelli e sorelle, appena possibile anch’io spero di venire a trovarvi, per portarvi di persona il conforto della fede, l’abbraccio di padre e fratello, e il sostegno della speranza cristiana”.

Prima delle parole sul terremoto, il Papa ha commentato il Vangelo di questa domenica, la XXII del Tempo Ordinario, ribadendo qual è la via di Cristo, che predilige gli ultimi: “La storia insegna che l’orgoglio, l’arrivismo, la vanità, l’ostentazione sono la causa di molti mali. E Gesù ci fa capire la necessità di scegliere l’ultimo posto, cioè di cercare l’umiltà. Quando ci poniamo davanti a Dio in questa dimensione di umiltà, allora Dio ci esalta, si china verso di noi per elevarci a sé; perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”. Le parole pronunciate da Gesù “sottolineano atteggiamenti completamente diversi e opposti: l’atteggiamento di chi si sceglie il proprio posto e l’atteggiamento di chi se lo lascia assegnare da Dio e aspetta da Lui la ricompensa: Non dimentichiamolo: Dio paga molto di più degli uomini! Lui ci dà un posto molto più bello di quello che ci danno gli uomini! Il posto che ci dà Dio è vicino al suo cuore e la sua ricompensa è la vita eterna”.

“Il cristiano – ha poi proseguito il Papa – deve scegliere la gratuità invece del calcolo opportunistico che cerca di ottenere una ricompensa”, e di “arricchirsi di più”. Infatti, ha sottolineato, “i poveri, i semplici, quelli che non contano, non potranno mai ricambiare un invito a mensa”. In tal modo “Gesù dimostra la sua preferenza per i poveri e gli esclusi, che sono i privilegiati del Regno di Dio, e lancia il messaggio fondamentale del Vangelo che è servire il prossimo per amore di Dio. Oggi, Gesù si fa voce di chi non ha voce e rivolge a ciascuno di noi un accorato appello ad aprire il cuore e fare nostre le sofferenze e le ansie dei poveri, degli affamati, degli emarginati, dei profughi, degli sconfitti dalla vita, di quanti sono scartati dalla società e dalla prepotenza dei più forti”.

Bergoglio ha quindi ricordato il grande impegno di tanti volontari, in particolare nelle mense che, ha detto, sono vere “palestre di carità, che diffondono la cultura della gratuità”. Quindi, l’invocazione alla Vergine Maria affinché aiuti i cristiani ad essere “capaci di gesti gratuiti di accoglienza e di solidarietà verso gli emarginati, per diventare degni della ricompensa divina”.

Dopo la preghiera dell’Angelus, e l’annuncio della visita ai luoghi colpiti dal terremoto, al momento dei saluti ai pellegrini, il Papa ha rammentato la Beatificazione, in Argentina, di Suor Maria Antonia de San José: “La sua esemplare testimonianza cristiana, specialmente il suo apostolato nella promozione degli Esercizi Spirituali possano suscitare il desiderio di aderire sempre più a Cristo e al Vangelo”. Poi ha ricordato che giovedì prossimo, 1 settembre, si celebra la “Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, insieme con i fratelli ortodossi e di altre Comunità ecclesiali”. Un ricorrenza speciale, dunque, “un’occasione per rafforzare il comune impegno a salvaguardare la vita, rispettando l’ambiente e la natura”. Quindi, il tradizionale saluto che lo caratterizza: “Non dimenticate di pregare per me. Buona domenica e buon pranzo. Arrivederci”.

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