“Cari fratelli e sorelle, buonasera! Che bello vedervi! Grazie per aver viaggiato, camminato ed essere giunti qui! Anche la Vergine Maria, per raggiungere Elisabetta, viaggiò: «Si alzò e andò in fretta» (Lc 1,39), dice il Vangelo di questa GMG. Viene da chiedersi: perché Maria si alza e va in fretta dalla cugina? Certo, ha appena saputo che è incinta, ma anche lei lo è: perché allora andare se l’angelo non gliel’ha domandato e neppure Elisabetta? Maria compie un gesto non richiesto e non dovuto semplicemente perché ama e «chi ama vola, corre lietamente» (L’imitazione di Cristo, III,5), ha detto Papa Francesco pronunciando il suo discorso nel corso della Vegli di Preghiera con i giovani alla Gmg di Libsona. Ed ha aggiunto a braccio: “Questo è quello che ci fa fare l’amore”.
“La gioia di Maria è grande, ha appena ricevuto l’annuncio dell’angelo che le ha detto che sarà la mamma del Redentore e sua cugina è incinta. E’ molto curioso: invece di pensare a lei, pensa all’altra. Perché l’allegria, la gioia è missionaria. La gioia non è per uno, ma per portarla agli altri. Vi chiedo a voi che siete qui ad ascoltare il messaggio di Cristo, a cercare il senso della vita: questo lo tenete per voi o lo annuncerete agli altri? E’ per gli altri perché la gioia è missionaria, la devo portare agli altri. Tutto quello che abbiamo fatto ci aiuta a preparare il nostro cuore per il bene”, ha aggiunto il Pontefice.
“Tutti se guardiamo indietro, abbiamo delle persone che sono state dei raggi di luce nella nostra via: genitori, nonni, sacerdoti, amici, catechisti, animatori, maestri. Loro sono le radici della nostra gioia. Adesso, in silenzio, pensate a chi ci ha dato la vita, che sono le radici della gioia. Avete visto i volti, storie? Quella gioia che è arrivata dalle radici è la gioia che noi dobbiamo comunicare, siamo radici di gioia – ha detto il Pontefice -. Anche noi possiamo essere radici di gioia per gli altri, non soltanto una gioia del momento, mi chiedo: come possiamo convertirci in radici di gioia? La gioia non si trova chiusa in biblioteca, la dobbiamo cercare, scoprire nel dialogo con il fratello”, ha detto il Papa.
“Vi siete stancati qualche volta? Pensate quello che succede qundo uno è stanco, non si ha voglia di fare nulla, si getta la spugna. Allora, o lasci perdere, smetti di camminare e cadi. Voi credete che una persona che cade nella vita, che commette errori pesanti, è finita? No. Che si deve fare? – ha chiesto il Papa ai giovani -. E c’è una cosa bella che vorrei dire. “Gli alpini che amano salire sulle montagne” dicono in un canto che “ciò che importa non è cadere ma non rimanere a terra. E’ una cosa bella“, ha commentato. “Chi rimane a terra è andato in pensione da questa vita, ha chiuso la speranza, le illusioni. Quando vediamo qualche amico nostro che è caduto dobbiamo aiutare a rialzarlo”. “L’unica volta che possiamo guardare una persona dall’alto verso il basso è quando lo aiutiamo a rialzarsi“.
“Questo è il cammino, nella vita bisogna avere costanza nel cammino, a volte non abbiamo voglia di camminare, di fare sforzi. Non so se a qualcuno piace il calcio, a me piace. Dietro un gol c’è molto allenamento – ha detto il Papa -. Nella vita non sempre uno fa quello che gli piace, ma la vocazione che ha dentro ci porta a camminare, se cado a rialzarmi. Allenarmi nel cammino. Tutto questo è possibile, non perché c’è un corso, ma si impara dai genitori, dagli amici, prendendoci per mano, questo è allenamento – ha concluso il Papa -. Vi lascio con questo pensiero: se qualcuno cade alzarsi, camminare verso una meta, nella vita nulla è gratis, tutto si paga. Solo una cosa è gratis: l’amore di Gesù. Con l’amore gratis di Gesù e con la voglia di camminare, camminiamo nella speranza, riscopriamo le nostre radici e andiamo avanti, senza paura. Non abbiate paura. Grazie”.