Sei mesi. E’ il lasso di tempo necessario per capire se Alitalia sarà venduta oppure si procederà alla liquidazione. Lo ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, intervistato dal Tg3. “La cosa più plausibile viste le dichiarazioni del Cda oggi – ha spiegato – è che si vada verso un breve periodo di amministrazione straordinaria che si potrà concludere nel giro di sei mesi con una vendita parziale o totale degli asset di Alitalia oppure con la liquidazione. Se ci saranno aziende interessate a rilevarla è tutto da vedere – ha concluso Calenda – è prematuro a dirsi”. Sull’ipotesi di aiuti di Stato, Calenda stato chiaro: “I cittadini italiani hanno già messo circa 7 miliardi e 400 milioni sui vari progetti di salvataggio, credo sia sufficiente. La soluzione è mettere altri miliardi di euro pubblici e mantenere un’azienda in perdita? Credo che questo non sia percorribile. Credo che i cittadini non lo vogliono e a ragione”. C’è poi il controllo dell’Unione europea che può autorizzare un aiuto pubblico per Alitalia “per un periodo di tempo limitato”, “per un orizzonte di sei mesi, a condizioni molto precise che vanno negoziate e che negozieremo sotto forma di prestito. Si tratterà – ha spiegato Calenda – solo di un ponte finanziario transitorio” e non di “una nazionalizzazione né di 5 anni di amministrazione straordinaria o di miliardi di euro di perdite”.
Intanto il Consiglio di amministrazione di Alitalia ha avviato l’iter per il commissariamento, prendendo atto con “rammarico” del netto no dei dipendenti all’accordo del 14 aprile emerso dal referendum. La compagnia ha assicurato che “al momento” verranno garantiti i voli. Il presidente di Alitalia, Luca Cordero di Montezemolo, ha comunicato ufficialmente al presidente dell’Enac Vito Riggio la decisione del Cda e l’Enac ha preso atto che, “al momento, esistono le condizioni per il mantenimento della piena operatività“. Il Cda, “data l’impossibilità di procedere alla ricapitalizzazione”, ha deciso di avviare le procedure previste dalla legge e ha convocato un’assemblea dei soci per il 27 aprile (che potrebbe slittare in seconda convocazione al 2 maggio). L’assemblea dovrebbe deliberare la richiesta di amministrazione straordinaria speciale, con l’uscita dei soci che a quel punto affiderebbero la compagnia al governo. L’esecutivo dovrà quindi nominare uno o più commissari il cui compito è cercare acquirenti o nuovi investitori, in assenza dei quali non resterebbe altra strada che chiedere il fallimento, con la procedura liquidatoria, due anni di cassa integrazione per i lavoratori e la cessione degli asset della compagnia.
“Ci rammarichiamo profondamente per il risultato del voto, che significa una sconfitta per tutti: i dipendenti di Alitalia, i suoi clienti, i suoi azionisti, e lo stesso Paese, di cui Alitalia è un ambasciatore in tutto il mondo”, ha detto James Hogan, presidente e amministratore delegato di Etihad Aviation Group e vicepresidente di Alitalia. “L’accordo preliminare con i sindacati era stato reso possibile e supportato dai leader degli stessi sindacati, dal management di Alitalia, dal primo ministro italiano e da tre ministri del governo, che avrebbero aiutato a mettere il futuro di Alitalia al sicuro. Il rifiuto di questo accordo nel referendum è profondamente deludente”.
L’Ente nazionale per l’aviazione civile si è’ detto disponibile a lasciare il certificato di operatore aereo (Coa) all’Alitalia in attesa che nell’arco di un paio di giorni venga nominato il commissario, dopodiché la licenza verrà sospesa e al commissario, verificato che abbia a disposizione le risorse sufficienti, sarà concessa un’autorizzazione temporanea rinnovata mese per mese. “Ci hanno detto – afferma il presidente dell’Enac, Vito Riggio – che un po’ di soldi ce li hanno e per ora gli lasciamo la licenza in attesa che arrivi il commissario che dovrebbe avere le risorse sufficienti. Se non le avesse, dovremo interdire la possibilità di emettere biglietti. Una volta deciso il commissario, il Coa viene sospeso e rilasciata un’autorizzazione temporanea rinnovabile mese per mese. L’importante è che arrivi subito il commissario in non più di due o tre giorni”.