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Ignazio La Russa: “Cercherò con forza di essere il presidente di tutti”

Il primo discorso del neoeletto presidente del Senato, Ignazio La Russa: i ringraziamenti a Mattarella e Liliana Segre, l'omaggio al Papa e il ricordo di Dalla Chiesa, Falcone e Borsellino

Non ci crederete ma non l’ho minimamente preparato un discorso ma certamente mi prima dei ringraziamenti, che sono abituali e sentiti, voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno votato, quelli che non mi hanno votato, quelli che si sono astenuti e quelli che mi hanno votato pur non facendo parte della maggioranza di centrodestra”, sono le prime parole del neoeletto presidente del Senato Ignazio La Russa che, salendo sul più alto scranno di Palazzo Madama, ha portato un mazzo di rose bianche per Liliana Segre. “Il mio ringraziamento e pensiero deferente va, naturalmente a Mattarella che io ho conosciuto e apprezzato sin da prima che diventasse presidente. La sua intelligenza e capacità politica è ancora oggi manifesta nell’altissimo ruolo che ricopre. Ho anche apprezzato il presidente Napolitano – ha aggiunto -. Ma soprattutto il ringraziamento va alla presidente morale oggi di questa Assemblea: la senatrice Segre e non c’è una sola parola che lei abbia detto che non meriti il mio applauso”.

“Qualcuno di voi ha avuto l’occasione di conoscermi, di apprezzarmi, alcuni meno, lo capisco. Ma l’agone politico ci porta a un confronto anche battagliero e teso. Ho però la speranza in cuor mio di sapere che chi mi ha conosciuto in ruoli istituzionali abbia potuto apprezzare il mio totale rispetto delle istituzioni. E io, quando sono chiamato a ruoli sopra le parti, posso assicurare l’assoluta dedizione e dico che sarò inflessibile nel difendere i diritti della maggioranza e dell’opposizione nella stessa identica maniera”, ha aggiunto.

Nel suo discorso, il neoeletto presidente del Senato ha reso omaggio a Papa Francesco per le sue parole sul lavoro: “Grande rispetto per il sommo Pontefice che ci ha dato un’indicazione spirituale e morale per cercare di battere la povertà: il lavoro ben remunerato”, ha aggiunto.

Ho iniziato a far politica appena nato, mio padre faceva politica, aveva le sue idee mai rinnegate. Io ho iniziato nelle organizzazioni giovanili, nei momenti della contestazione, della violenza, della resistenza al terrorismo – ha raccontato -. Una frase mi ha sempre ispirato su come comportarmi, una frase di un presidente di estrazione non proprio come la mia: Sandro Pertini. ‘Nella vita è necessario sapere lottare non solo senza paura, ma anche senza speranza’. E io aggiungo che la lotta serve non solo quando pensi di poter vincere, ma anche quando pensi valga la pena di essere vissuta”.

Ai patrioti ucraini va il mio pensiero, così come ai profughi e rifugiati ucraini e che da ogni parte del mondo scappano da quella guerra e dalle guerre che devono essere accolti con onore”. E sul conflitto in Ucraina, ha ricordato che “non c’è mai pace senza la giustizia”. “Umanità è respingere violenza e sopraffazione, difendere i diritti legalmente riconosciuti” e combattere la “violenza su minori e donne che è lo squallore della società. Violenze che devono essere più che combattute, oltre che combattute: vanno prevenute”, ha aggiunto. “Ogni fragilità ci riguarda e ci interpella. Noi non dobbiamo chiedere ad altri ma a noi stessi cosa realizzare per stare accanto a chi è debole. Per chi è debole – ha concluso – il posto non è in fondo ma in prima fila”.

Le morti bianche gridano vergogna soprattutto se a cadere sono giovani tirocinanti – ha detto La Russa – . Ricordo i caduti sotto i colpi della pandemia, non abbasseremo la guardia. Le tante crisi – ha aggiunto – hanno bisogno di miracoli e chi meglio del nostro ingegno può compiere questi miracoli nel quotidiano, penso al made in Italy che va difeso nelle istituzioni italiane e europee”.

“Sul Senato si discusse se dovesse essere chiamato così o Camera dei Senatori, prevalse e me ne rallegro questo nome perché è emblema di ogni senso di unità. Di fronte alle difficoltà c’è la sua identità cioè di Senato che non è di una parte, della maggioranza o dell’opposizione ma è il Senato della Repubblica italiana cioè di tutti gli italiani”.

Non sarò un uomo di parte e di partito”, ha assicurato il neoeletto presidente del Senato prendendo l’impegno di “non rimanere abbarbicato a idee immutabili senza tradirle, impegno non solo mio, ma della mia parte politica. Un insegnamento che a livello personale ho preso da mio padre che è stato senatore e che a livello politico ho preso in particolare da un uomo che mi ha insegnato i valori del dialogo e dell’armonia: l’onorevole Pinuccio Tatarella”. Farò certamente tesoro degli insegnamenti e del sacrificio di eroi troppo soli in vita e che nonostante ciò hanno sacrificato le loro esistenze: carabinieri, polizia, politici, magistrati, giornalisti. Bisogna ricordarli nella battaglia per la legalità come hanno insegnato Dalla Chiesa, Falcone e Borsellino dei quali quest’anno ricorre il 30esimo anniversario del barbaro omicidio”.

Il mio è un compito di servizio, non devo cercare oggi gli applausi, non devo dire parole roboanti o captare la vostra benevolenza. Lo dovrò fare ogni giorno, le scelte che dovrò fare a volte non piaceranno. Non c’è bisogno di parole che suscitano un applauso, ma solo di una sincera promessa: cercherò con tutte le mie forze di essere il presidente di tutti”.

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