I cambiamenti climatici influenzano gli aerei in volo

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Foto di John McArthur su Unsplash

Secondo gli scienziati i vortici d’aria anomali sono sempre più frequenti e il cambiamento climatico è responsabile dell’aumento delle ore di ‘clear-air turbolence’

Volo Delta Milano-Atlanta

Nonostante la presenza di due uragani in zona, l’atterraggio d’emergenza del volo Delta 175 da Milano Malpensa ad Atlanta, dopo aver perso quota per una “severa turbolenza”, non sembra attribuibile a queste perturbazioni cicloniche. L’ipotesi è stata esclusa sia dalla compagnia aerea che dalla Federal Aviation Administration (Faa), l’autorità responsabile della supervisione dell’aviazione civile Usa.

“Nonostante la presenza dell’uragano Idalia, atteso oggi in Florida, che genera forti venti lungo la costa statunitense del Golfo e l’arrivo di un’altra tempesta, l’uragano Franklin, che vortica nell’Atlantico, né Delta né l’ente regolatore dell’aviazione statunitense hanno attribuito le turbolenze di martedì a questi uragani”, evidenziano i media americani citando la Faa.

Turbolenza in aria libera

Quest’ultima ha aperto un’indagine sull’incidente dell’Airbus 350, velivolo di ultima generazione, decollato dall’aeroporto milanese e rimasto in balia della cosiddetta “turbolenza in aria libera” mentre si trovava a circa 64 chilometri dallo scalo Hartsfield-Jackson di Atlanta. Si tratta di un tipo di turbolenza “difficile da prevedere”, che spesso può verificarsi anche in assenza di condizioni meteorologiche avverse, soprattutto ad altitudini superiori ai 15.000 piedi”, hanno evidenziato i meteorologi Oltreoceano.

Vortici d’aria anomali

Secondo gli scienziati i vortici d’aria anomali, in grado d’alterare i voli, saranno sempre più frequenti come evidenziato in un recente studio dalla Geophysical Research Letters che punta il dito contro il cambiamento climatico responsabile, tra l’altro, dell’aumento delle ore di ‘clear-air turbolence’ (Cat, ovvero ‘turbolenze in aria libera’).

Le statistiche citate nella ricerca confermano infatti che la frequenza di questo tipo di turbolenza è più che raddoppiata dal 1979 a oggi. “Sul solo Atlantico del Nord, una delle rotte aeree più trafficate su scala globale, si è assistito a un rialzo del 55% delle ore di turbolenza nell’arco di poco più di 40 anni”, precisano i ricercatori.

Undici feriti

Da parte sua l’emittente Usa Cbs conferma che quanto accorso ai 151 passeggeri del volo Delta, oltre ai 14 membri del personale a bordo (di cui 11 tuttora ricoverati per ferite riportate) “è l’ultimo di una serie di incidenti avvenuti quest’anno e provocati da forti turbolenze in cui dei passeggeri sono stati feriti”. Tra i feriti (di cui non è stata ancora precisata la nazionalità) del volo Delta 175, secondo alcune testimonianze rese ad Atlanta, ci sono sia semplici passeggeri che personale di bordo.

Le turbolenze creano danni ai velivoli

L’area di turbolenza tra Johns Creek e Athens, a nord di Atlanta, “si è creata velocemente” – riferiscono i testimoni – cogliendo di sorpresa, poco prima dell’atterraggio ad Atlanta, chi stava in piedi, che è stato sbalzato con violenza contro il tetto del velivolo. Il team di Meteomatics, azienda svizzera high tech che elabora modelli previsionali particolarmente performanti, ha ribadito ai microfoni di Airlinesratings.com che “il fenomeno delle turbolenze ‘anomale’ aumenterà i disagi per i passeggeri ma anche i danni subiti dai velivoli” e farà quindi “lievitare i costi stimati per le compagnie aeree fino a mezzo miliardo di dollari l’anno”.

Meteomatics sta non a caso sviluppando una nuova tecnologia che utilizzerà i droni meteorologici che volano fino a 6 km per raccogliere dati dell’atmosfera e rendere tali fenomeni molto più’ facili da prevedere.

Fonte: Agi

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