Era uscita dal giro dello staff presidenziale Hope Hicks, ma il suo ruolo di consigliere del presidente Donald Trump non era cessato del tutto. Tanto che, in occasione della nuova campagna elettorale, il presidente aveva ritenuto necessario far nuovamente affidamento sulla sua competenza. Sul cammino parallelo di Hope Hicks e del Tycoon si è frapposto un agente imprevisto come il coronavirus, così come nel 2018 si interpose la vicenda Russiagate. L’ex direttore delle Comunicazioni della Casa Bianca, personaggio di spicco della corsa alla presidenza del 2016, sarebbe stata la prima a contrarre il Covid-19 fra i membri dell’entourage elettorale di Trump. Tanto che lui stesso, prima di effettuare il tampone, aveva fatto sapere della positività della collaboratrice, dicendosene molto dispiaciuto. Come riferito da Bloomberg, tuttavia, sembra che il presidente ne fosse a conoscenza già dalla giornata di ieri, mantenendo però tutti gli impegni già presi.
Fedelissima al presidente
Laurea alla Southern Methodist University, ancora giovanissima (31 anni) ma già con una corposa carriera nell’ambito delle comunicazioni, Hope Hicks è stata fra i trumpiani della prima ora. Pedina fondamentale delle presidenziali del 2016, Trump le aveva affidato le chiavi delle relazioni con la stampa, ruolo cruciale nell’ambito di una corsa a ostacoli come quella che il Tycoon ingaggiò con Hillary Clinton. In precedenza, fu collaboratrice di Ivanka Trump, che la presentò a suo padre fidandosi delle sue competenze. Un idillio rotto nel 2018, quando Hicks fu chiamata a testimoniare di fronte alla commissione sul Russiagate, guidata dall’allora superprocuratore Mueller, dimettendosi il giorno dopo. In mezzo, la vicenda che vide coinvolto l’allora segretario di staff Rob Porter, le cui dimissioni (per accuse di presunta violenza domestica) fecero traballare diversi membri dell’amministrazione Trump.
Il Covid
Un periodi di silenzio durato in realtà non più che un paio d’anni. Hope Hicks era stata richiamata nella squadra del candidato repubblicano in qualità di consigliere (formalmente nell’ufficio di Jared Kushner). E in questa veste, come spiegato dallo stesso Trump, “ha lavorato così duramente senza nemmeno prendersi una piccola pausa”. Presenziando agli appuntamenti, alle riunioni dello staff (per ammissione dei suoi colleghi una dei pochi a indossare la mascherina) e anche sull’aereo presidenziale. Compreso il volo verso il Minnesota. Come spiegato da un esperto alla Cnn, i Trump “sono stati in contatto in uno spazio chiuso con qualcuno che era nel picco del virus. Visto che noi riteniamo che il momento in cui si è più contagiosi è il giorno in cui si sviluppano i sintomi”.