Il cardinale Joseph Zen, arrestato nel pomeriggio con l’accusa di collusione con forze straniere, è stato rilasciato su cauzione dalla stazione di polizia di Wan Chai, sull’isola di Hong Kong, intorno alle 23 locali (le 17 in Italia). All’uscita, secondo quanto riportato dai media dell’ex colonia, non ha rilasciato commenti, entrando subito in un’auto privata parcheggiata nelle vicinanze. Oltre all’alto prelato, la polizia di sicurezza nazionale aveva fermato l’ex parlamentare dell’opposizione Margaret Ng e la cantante Denise Ho. I tre, scrive il South China Morning Post, erano amministratori del “612 Humanitarian Relief Fund”, istituito per offrire assistenza finanziaria a coloro che erano coinvolti nelle proteste antigovernative del 2019. Nei loro confronti è stata formulata l’accusa di “collusione con forze straniere”, una delle quattro tipologie di reati contemplati dalla legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino all’ex colonia a giugno 2020.
L’altro arresto
Un quarto fiduciario, l’ex professore associato aggiunto Hui Po Keung, è stato arrestato martedì mentre stava per prendere un volo per la Germania. Hui, un eminente studioso, stava per assumere un importante incarico accademico in Europa. Il restante fiduciario, Cyd Ho Sau-lan, in carcere per il ruolo avuto nelle manifestazioni illegali durante le proteste del 2019, non è stato raggiunto al momento da alcun provvedimento restrittivo.
Il fondo
Il “612 Humanitarian Relief Fund”, che ha aiutato i manifestanti arrestati a pagare le spese legali e mediche durante le proteste del 2019, è stato sciolto nel 2021 dopo che la polizia di sicurezza nazionale dell’ex colonia ha chiesto la consegna dei dettagli operativi, comprese le informazioni sui suoi donatori e beneficiari.