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Hong Kong, l’alba della nuova legge: caos e arresti:

La città torna in strada dopo l'approvazione della legge sulla Sicurezza nazionale: scontri a Causeway Bay, almeno 60 arresti. L'Ue: "Tutelare diritti e libertà"

Sessanta arresti in appena 24 ore. E’ un bilancio lampo quello che arriva da Hong Kong, a nemmeno un giorno dal via libera alla legge sulla Sicurezza nazionale. La protesta spontanea di Causeway Bay ha portato in strada migliaia di manifestanti, che hanno sfidato le nuove imposizioni del governatorato (dettate da Pechino) arrivando a scontrarsi con le Forze dell’ordine. Tensione alle stelle, in particolare quando gli agenti hanno usato cannoni ad acqua e cartucce urticanti per disperdere la folla. Un frangente in cui gli arresti potrebbero essere stati molti di più, forse un’ottantina, specie nella zona di Lane Crawford. Fra i feriti, anche un agente, colpito a quanto pare con un oggetto affilato nel bel mezzo degli scontri.

L’appello dell’Ue

Non siamo ancora sui numeri delle manifestazioni pre-Covid, ma la vicenda della legge sulla Sicurezza nazionale non ci ha messo molto a riportare in piazza i dimostranti del Porto profumato. Un contesto in cui, assieme al caos in strada, riprende il dibattito sul tema della violenza, che ha visto a stretto giro anche l’intervento dell’Unione europea. Secondo quanto riferito dall’Alto rappresentante Josep Borrell, l’Ue “ritiene essenziale che i diritti e le libertà esistenti dei residenti di Hong Kong siano pienamente tutelati” e ribadisce le sue “gravi preoccupazioni per la legge sulla sicurezza nazionale”. Questo perché l’Unione europea, “attribuisce grande importanza al mantenimento dell’alto grado di autonomia di Hong Kong, in linea con la Legge fondamentale e con gli impegni internazionali, nonché al rispetto di questo principio“.

Scontri e proteste

Le scene viste, nonostante il numero tutto sommato contenuto dei manifestanti, sono state del tutto simili a quelle viste nei giorni dei grandi cortei. La Polizia ha disposto cordoni di sicurezza e operato quasi subito delle cariche per disperdere i dimostranti. Un operato non solo indirizzato verso i trasgressori della nuova legge ma anche verso coloro che hanno ostentato simboli riferibili all’indipendenza della città. Un caos che rischia di protrarsi ancora a lungo e con la stessa intensità vista nei giorni delle grandi marce contro l’Extradition bill.

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