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Hamas-Israele, Card. Pizzaballa: “Questa barbarie non ha alcuna giustificazione”

Le parole del cardinale Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme che sottolinea come questa barbarie non abbia giustificazioni e non sia un modo per affermare i propri diritti

Il Patriarca Latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, ha risposto telefonicamente alle domande del quotidiano Qn e ha affermato che la situazione dimostra che la questione palestinese non è stata risolta, ma sottolinea che questa barbarie non ha alcuna giustificazione e non è un modo per reclamare i propri diritti”.

Hamas-Israele, Card. Pizzaballa: “Questa barbarie non ha alcuna giustificazione”

“Sono appena arrivato a Gerusalemme” e “la città è deserta. C’è pochissimo traffico. Poco fa c’è stato un altro allarme aereo: la gente vive tappata dentro casa. Ha paura“. Lo dice in un’intervista a Qn il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme. “È tutto presidiato, ci sono più check point di prima – spiega – ma, insomma, ci si può ancora muovere”. Rispetto alla nota dell’Ambasciata di Israele presso la Santa Sede che ha accusato di “ambiguità” i patriarchi e i capi delle Chiese di Gerusalemme per un messaggio del 7 ottobre scorso, Pizzaballa osserva che il messaggio “è partito quando non si aveva ancora piena coscienza di quello che stava accadendo”. Forse “sono stati troppo precipitosi nel rispondere, ma non è il momento delle polemiche“. Il problema è che Hamas non sia nominata nel comunicato “ma loro sono entità politiche. È evidente che noi non possiamo usare il loro linguaggio. Cercheremo di comprendere le loro ragioni, ma non sono loro a determinare quello che diciamo noi”. Per quanto riguarda la Terrasanta “ci sono migliaia di pellegrini, non solo italiani, qui. Alcuni sono bloccati perché gli aeroporti sono chiusi. Altri vogliono concludere il pellegrinaggio. Per questo i luoghi santi restano aperti. Ma anche per una questione di principio: sono luoghi di preghiera, è la cosa di cui c’è più bisogno in questo momento”. A Gaza invece c’è una piccola comunità cristiana: poco più di mille fedeli dei quali solo un centinaio cattolici: “Stanno tutti bene. La maggior parte si è concentrata nel complesso della chiesa per stare al sicuro ed essere più uniti e sostenersi con l’altro. Ma anche per loro la situazione è difficile: Gaza è sotto i bombardamenti, le bombe non fanno distinzioni”. La situazione manifesta “in maniera evidente che la questione palestinese non è risolta. Così come è chiaro che questa barbarie non ha alcuna giustificazione – sottolinea – e non è un modo per reclamare i propri diritti“.

Fonte Ansa

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