Un violento attacco xenofobo, con lancio di molotov, petardi e sassi ha colpito il campo di rifugiati di Souda sull’isola greca di Chios, dove da ieri ci sono proteste contro i migranti. Circa 150 migranti – in maggioranza siriani – sono stati costretti a fuggire. Lo scrivono vari media internazionali, fra cui la Bbc. Nell’attacco sono andate distrutte una cinquantina di tende e baracche e, nonostante il freddo, molti rifugiati saranno costretti a passare la notte all’agghiaccio.
Ferito un rifugiato e due operatori umanitari
Nell’assalto un rifugiato è rimasto ferito alla testa da una pietra lanciatagli addosso. Anche due operatori umanitari che lavorano tra i profughi sono stati feriti nel campo che ospita circa 4.000 rifugiati: il 60% proviene dalla Siria, il 20% dall’Iraq, il 10% dal Nord Africa e il 10% da altre parti del mondo. L’Unhcr, che lo gestisce, fa sapere che fra i tendoni distrutti dai teppisti ve ne era uno da 50 posti. “I volontari hanno cercato di sopperire erigendo una piccola tendopoli fuori da Souda e hanno rivolto un appello alla polizia perché sorvegli la zona”.
Il partito xenofobo Alba Dorata dietro agli attacchi
Secondo i media greci, dietro all’attacco c’è l’estrema destra greca di Alba Dorata che avrebbe compiuto una rappresaglia al furto di ieri in cui sono rimasti coinvolti quattro stranieri (pare tre algerini e un iraniano) che ieri avevano svaligiato un negozio di fuochi d’artificio. Alba Dorata fu l’unico partito in Grecia a sostenere Trump Presidente in tempi non sospetti. Ora i vertici del partito esultano: “Il vento che soffia negli Stati Uniti arriverà in Europa – dice il portavoce Ilias Kasidiaris -. Ha vinto un presidente patriota. Gli americani, come i greci, vogliono sentirsi padroni e non ospiti a casa loro. Trump manderà a casa migliaia di immigrati illegali. E così faremo noi quando saremo al governo”. Il numero due di Alba Dorata è attualmente sotto processo per associazione a delinquere per l’omicidio del rapper Pavlos Fyssas.