Non si ferma il braccio di ferro tra Governo e Federazione sul destino della Serie A di calcio. “La ripresa del campionato sembra un sentiero sempre più stretto”, ha detto il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, consigliando alla Lega di “cominciare a pensare a un piano B, perché le soluzioni possono essere tante”. “Abbiamo un piano A, B, C e D, dalla ripresa al rinvio, ma lavoriamo sul piano A perché pensiamo sia il migliore per tutti”, ha spiegato a sua volta il presidente della Figc, Gabriele Gravina, nella riunione con i colleghi delle altre federazioni, ribadendo che non intende essere lui a dichiarare chiusa la stagione. Il termine del 2 agosto indicato dalla Uefa per chiudere la stagione è diventato un vincolo scomodo, ed è diffusa l’idea che cominciare il prossimo campionato senza concludere questo rischia di produrre effetti economici difficili da gestire per il calcio italiano. Ecco perché l’idea di fare slittare in autunno le ultime 12 giornate non è più remota. Lo scenario potrebbe essere più chiaro l’8 maggio, quando si riunirà il Consiglio federale.
I club
Indipendentemente dal periodo, spiega Ansa, bisogna definire il protocollo di sicurezza. La Figc attende di sapere dal Governo quali aspetti non hanno convinto a concedere il via libera il 4 maggio agli allenamenti (vietati fino al 18) e vanno migliorati. InLega accarezzano l’idea di aprire un canale diretto con il premier Giuseppe Conte. L’esecutivo e gli scienziati del Cts, sono irremovibili su sport e scuola. “Una partita ora è inverosimile nel rispetto degli stessi calciatori, è impossibile evitare le occasioni di contagio” dice il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri. Intanto 18 società di Serie A hanno ribadito la volontà di riprendere allenamenti e partite ma in Lega contano di recuperare le 2 contrarie, Brescia e Torino, per arrivare a una presa di posizione unitaria nell’assemblea di venerdì prossimo. E rimettere la palla (delle trattative col Governo) al centro.