E’ finita la lunga notte della Turchia, dove solo per un soffio non si è arriati alla guerra civile. Dopo il fallito tentativo di golpe messo in atto da una fazione dell’esercito contro il presidente, Erdogan è tornato a Istanbul: ” Coloro che lo hanno pianificato pagheranno duramente”.
Nel frattempo il generale Umit Dundar – facente funzione del capo delle forze armate – ha reso noto il bilancio dei tafferugli che si sono verificati nella notte. Sono oltre 190 i morti: si tratta di 41 ufficiali di polizia, 2 soldati, 47 civili e 104 persone descritte come complottisti. I feriti invece sono 1.154. Il generale ha dichiarato che si tratta solo di un bilancio provvisorio, purtroppo destinato a crescere.
Nel frattempo le forze di sicurezza turche hanno arrestato 1.563 militari e, secondo quanto riferito a un alto ufficiale turco che ha chiesto di mantenere l’anonimato, si tratta per lo più di militari di grado inferiore. Nel frattempo Erdogan ha iniziato le purghe nell’esercito con 5 generali e 29 colonnelli sollevati dai loro incarichi e la nomina di un nuovo capo di stato maggiore, Dundar.
In queste ore, ha assicurato la compagnia di bandiera Turkish Airlines, l’aeroporto Ataturk sta comunque riprendendo a funzionare regolarmente. Situazione critica anche ad Ankara, dove è stato bombardato il Parlamento ma nessun deputato risulta ferito. Quando era gia’ giorno, sotto attacco è finita anche l’area della faraonica residenza presidenziale, il simbolo del potere di Erdogan. Li’ si contano almeno 5 vittime. Ma la Turchia ha fretta di chiudere i conti con la sua lunga notte d’inferno. Il premier Binali Yildirim ha lanciato un appello a tutti i deputati, chiedendo di presentarsi oggi pomeriggio ad Ankara per una seduta straordinaria del Parlamento.
Per Erdogan, la mente dietro il colpo di stato è il suo ex alleato, poi diventato nemico numero uno, l’imam Fethullah Gulen, auto-esiliato negli Usa. Il religioso però, in un comunicato ha fortemente condannato l’azione dei putchisti e si è dichiarato estraneo ai fatti. “Per qualcuno come me che ha sofferto diversi colpi di stato militari nelle ultime cinque decadi – ha dichiarato Gulen in un comunicato -, è particolarmente offensivo essere accusato di avere legami con un tentativo del genere”.