E’ partito il corteo della XXVIII Giornata della Memoria dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie che si tiene a Milano, quando cadono i trent’anni della strage mafiosa di via Palestro.
La strage in via Palestro
La strage di via Palestro è stato un attentato terroristico compiuto da Cosa nostra a Milano la sera del 27 luglio 1993. L’esplosione di una autobomba presso la Galleria d’arte Moderna e il Padiglione di arte contemporanea provocò l’uccisione di cinque persone: i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, l’agente di polizia municipale Alessandro Ferrari e Moussafir Driss, immigrato marocchino che dormiva su una panchina. Tale attentato viene inquadrato nella scia degli altri attentati del ’92-’93 che provocarono la morte di 21 persone (tra cui i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino) e gravi danni al patrimonio artistico.
Il corteo a Milano
Stamattina alle 7, prima del corteo, i parenti delle vittime e le autorità hanno commemorato i morti di quella strage. In testa al corteo, partito da corso Venezia e diretto in piazza Duomo, con lo striscione con la scritta “È possibile” slogan della giornata, ci sono il segretario della Cgil Maurizio Landini e il presidente e fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, con il sindaco di Milano, Giuseppe Sala che prima di sfilare ha salutato uno ad uno i parenti in prima fila delle vittime della mafia.
Proprio loro indossano le foto dei familiari morti per mano della criminalità organizzata. Tra di loro, Paolo Setti Carraro, fratello di Emanuela, morta nell’attentato insieme al marito, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. C’è poi Vincenzo Agostino padre di Antonio, agente di polizia ucciso nel 1989 da Cosa nostra. Sono 500 i parenti delle vittime arrivati a Milano per l’occasione, anche dall’estero ad esempio dal Messico.
Don Ciotti: “80% familiari vittime non conosce la verità”
“È fondamentale ricordare tutte le vittime innocenti della violenza criminale mafiosa. È una giornata che noi abbiamo fortemente voluto, ma non dobbiamo neanche dimenticarci che l’80% di questi familiari non conosce la verità o ne conosce solo una parte. Eppure le verità passeggiano per le vie della nostra città, c’è chi ha visto, c’è chi sa”. Così don Luigi Ciotti al corteo per la giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, partito da corso Venezia a Milano.
“Allora è necessario che prendiamo coscienza, in questo nostro Paese, che la presenza criminale mafiosa che ha ucciso tante persone è un problema che non può essere dimenticato. Ma c’è bisogno di una memoria viva – ha proseguito – Non è un evento, non è una cerimonia, non è solo un corteo. Noi facciamo in modo che ogni anno ci sia una giornata che ci ricorda questo, però ogni giorno ci deve essere un impegno da parte di tutti”.
Fonte: Ansa