Non avrà raggiunto la longevità di cancellierato di Bismarck e Kohl, ma i sedici anni alla guida politica della Germania hanno portato Angela Merkel a un record altrettanto singolare: imporre al suo successore, chiunque sia, il peso di un confronto epocale. Dal 2005 al 2021, apparentemente un periodo breve per il corso della storia, eppure denso di cambiamenti. Tali da aver modificato, nel lasso di poco più di un decennio, il modus operandi e vivendi della società occidentale. Specie nell’ultimo periodo, contraddistinto dalla presenza del Covid-19, ma più in generale durante tutti gli anni che hanno accompagnato i quattro lustri del Nuovo Millennio. E il popolo tedesco si sveglia con la consapevolezza che il voto chiuderà quella che a tutti gli effetti si può considerare un’era politica.
Il nuovo corso della Germania
Una nuova Europa e, forse, anche una nuova Germania. Gli elettori lo sanno bene e il dopo Merkel si annuncia una sfida dalla portata storica. Sedici anni, in un’epoca di governi fin troppo labili, rappresentano un traguardo importante. E dalle urne, per forza di cose, verrà fuori un nome che dovrà fare del confronto con la cancelliera una delle pietre fondanti del suo corso politico. Al momento, il sentore è quello di una corsa a due: la sfida, sondaggi alla mano, sembra ridursi al socialdemocratico Olaf Scholz e Armin Laschet, della Cdu-Csu, erede designato della cancelliera uscente. Urne aperte dalle 8 del mattino e, in palio, un cancellierato che dovrà affrontare la complessa eredità della pandemia. Anche se, a dire la verità, il risultato di oggi probabilmente in sé dirà poco. Servirà infatti qualche giorno per delineare il nuovo governo e, forse, anche il nome del vincitore.
Endorsement di Merkel
Nel frattempo, l’ultima spallata di Merkel a favore di Laschet è arrivata da Aquisgrana, da dove ha manifestato l’auspicio che gli elettori scelgano Cdu “per garantire la pace e il futuro della Germania e dell’Europa”. L’ultimo sondaggio Forsa, risalente a venerdì scorso, dava i socialdemocratici di Scholz in vantaggio, con circa il 25% contro il 22% dell’Unione. Più staccati Verdi (17%) e liberali (12%), mentre l’ultradestra registrava un 10%. Laschet, da parte sua, ha fatto sapere che alimenterà la politica improntata da Merkel negli ultimi sedici anni, incrementando il suo impegno europeista. E l’endorsement della cancelliera uscente lo sottolinea. “Armin Laschet è abituato a costruire ponti, è questo lo stile che ha sempre avuto. È capace di unire le persone. È capace di costruire una coesione fra persone anche diverse. E ha dimostrato in tutta la sua vita politica di essere in grado di far questo, non solo in modo teorico ma con passione e cuore”.