L’ultimo appuntamento della prima giornata in Georgia di Papa Francesco ĆØ andato in scena nella chiesa di San Simone il tintore, doveĀ ha incontratoĀ la comunitĆ assiro-caldea, alla presenza di 12 vescovi caldei reduci dal loro Sinodo a Erbil, nel Kurdistan iracheno, con il patriarca Louis Sako. E nella sua preghiera di pace, dopo i canti e le invocazioni in aramaico (lingua di GesĆ¹), il PonteficeĀ ha fatto ancora sentire la sua voce per Siria e Iraq. “Stendi l’ombra della tua croce sui popoli in guerra – ha detto il Pontefice -: imparino la via della riconciliazione, del dialogo e del perdono; faĀ gustare la gioia della tua risurrezione ai popoli sfiniti dalle bombe: solleva dalla devastazione l’Iraq e la Siria; riunisci sotto la tua dolce regalitĆ i tuoi figli dispersi: sostieni i cristiani della diaspora e dona loro l’unitĆ della fede e dell’amore”. Uscito sul sagrato, Francesco ha liberato una colomba bianca, simbolo di pace.
L’incontro con Ilia II
In precedenza Francesco aveva incontrato Ilia II, catholicos e patriarca di tutta la Georgia. Il Pontefice haĀ ricordato il viaggio in Georgia di Giovanni Paolo II, in un momento “estremamente importanteĀ alle soglie del Giubileo del 2000”. Wojtyla “era venuto a rinsaldare i ‘vincoli profondi e forti’ con la Sede di Roma.Ā Ora, la Provvidenza divina ci fa nuovamente incontrare – ha aggiunto – e, di fronte a un mondo assetato di misericordia, di unitĆ e di pace, ci chiede che quei vincoli tra noi ricevano nuovo slancio, rinnovato fervore, di cui il bacio della pace e il nostro abbraccio fraterno sono giĆ un segno eloquente”.
I veri nemici
Con la pace e il perdono, ha evidenziato il Santo Padre, “siamo chiamati a vincere i nostri veri nemici, che non sono di carne e di sangue, ma sono gli spiriti del male fuori e dentro di noi. Papa Bergoglio ha ricordato che “la gloriosa storia del Vangelo in questa terra si deve in modo speciale a Santa Nino, che agli Apostoli viene equiparata: ella diffuse la fede nel segno particolare della croce fatta di legno di vite”. E ha spiegatoĀ anche che proprio Ilia II “inaugurĆ² una pagina nuova nelle relazioni tra la Chiesa ortodossa di Georgia e la Chiesa cattolica, compiendo la prima storica visita in Vaticano di un patriarca georgiano”.Ā Ilia II ha definito l’incontro un “momento storico” e si ĆØ detto convinto che con la visita del Successore di Pietro saranno rafforzati i rapporti tra le nostre chiese. Oggi ci siamo dati la parola che pregheremo l’uno per l’altro”.
Saluto alle autoritĆ
Subito dopo il suo arrivo in Georgia, Bergoglio aveva incontrato le autoritĆ locali. “Sono
trascorsi 25 anni dalla proclamazione dell’indipendenza della Georgia – aveva detto –Ā la quale durante questo periodo, ritrovando la sua piena libertĆ , ha costruito e consolidato le sue istituzioni democratiche e ha cercato le vie per garantire uno sviluppo il piĆ¹ possibile inclusivo e autentico”.Ā Tutto questo ĆØ avvenutoĀ “non senza grandi sacrifici, che il popolo ha coraggiosamente affrontato per assicurarsi la tanto agognata libertĆ ”. L’auspicio espresso dal Pontefice ĆØ che “il cammino di pace e di sviluppo prosegua con l’impegno solidale di tutte le componenti della societĆ , in modo da creare quelle condizioni di stabilitĆ , equitĆ e rispetto della legalitĆ atte a favorire la crescita e ad aumentare le opportunitĆ per tutti”.
Ponte tra i popoli
La storia della Georgia ha inserito “il Paese a pieno titolo e in modo fecondo e peculiare nell’alveo della civiltĆ europea; nel medesimo tempo, come evidenzia la sua posizione geografica, esso ĆØ quasi un ponte naturale tra l’Europa e l’Asia, una cerniera che facilita le comunicazioni e le relazioni tra i popoli, che ha reso possibili nel corso dei secoli sia i commerci che il dialogo e il confronto delle idee e delle esperienze tra mondi diversi”.
Il dramma dei profughi
BergoglioĀ aveva poi fatto appello alla “lungimiranza” e al “coraggio” di riconoscere il “bene autentico dei popoli” e di “perseguirlo con determinazione e prudenza”. E’ “indispensabileĀ avere sempre davanti agli occhi le sofferenze delle persone per proseguire con convinzione il cammino, paziente e faticoso ma anche avvincente e liberante, della costruzione della pace”. In questo senso vanno trovate soluzioni “politiche” per i profughi.
Dialogo civile
Francesco avevaĀ ricordato poi che mantenere le “legittime differenze” e le “controversie” – che sempre possono sorgere – in un ambito di “confronto e dialogo civile” ĆØ “tanto piĆ¹ necessario nel presente momento storico, dove non mancano anche estremismi violenti che manipolano e distorcono principi di natura civile e religiosa per asservirli ad oscuri disegni di dominio e di morte”. Occorre, perĆ², evitare “le divergenze sfocino in violenze destinate a provocare enormi rovine per l’uomo e la societĆ . Qualsiasi distinzione di carattere etnico, linguistico, politico o religioso, lungi dall’essere usata come pretesto per trasformare le divergenze in conflitti e i conflitti in interminabili tragedie, puĆ² e deve essere per tutti sorgente di arricchimento reciproco a vantaggio del bene comune”.
Il viaggio
L’aereo con a bordo il Papa ĆØ atterrato a Tblisi intorno alle 15 ora locale. Subito dopo la partenza come di consuetoĀ Bergoglio ha rivolto un saluto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.Ā “Nel momento in cui mi accingo a compiere il mio viaggio apostolico in Georgia e Azerbaigian, per favorire l’incontro e il dialogo tra culture e religioni diverse, per rafforzare il cammino dell’unitĆ dei cristiani e per confermare la comunitĆ cattolica nella fede – si legge nel telegramma – mi ĆØ caro rivolgere a Lei, signor Presidente, e alla Nazione italiana il mio cordiale saluto, che accompagno con fervidi auspici per il progresso spirituale, civile e sociale della diletta Italia”. Poco dopo ĆØ arrivata la risposta del capo dello Stato. “SantitĆ , desidero farle pervenire il mio piĆ¹ sincero ringraziamento per il messaggio che ha voluto cortesemente indirizzarmi nel momento in cui si accinge a partire per il viaggio apostolico in Georgia e Azerbaigian – ha scritto . L’Italia e la comunitĆ internazionale guardano con vivo interesse a questa sua seconda missione nel Caucaso, nella certezza che il suo viaggio in Georgia e Azerbaigian consentirĆ di infondere, dopo la visita in Armenia, nuova linfa al dialogo ecumenico ed interreligioso nella regione. Sono certo che la sua presenza in un’area ancora attraversata da conflitti e tensioni sarĆ foriera di un messaggio di rinnovata speranza e di pace per tutti i popoli della regione del Caucaso meridionale e per le locali comunitĆ cristiane. Mi ĆØ gradita l’occasione per rinnovarle i sensi della mia profonda stima e considerazione”.
Il programma
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foto di Ansa.it e Tgcom24
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